Brasile, agricoltori attaccano gli indigeni tagliandogli mani e piedi col machete
L'invasione degli agricoltori nelle riserve amazzoniche del Brasile tocca un nuovo apice di drammaticità. Alcuni gruppi armati collegati ai coltivatori hanno attaccato un insediamento indigeno nello Stato di Maranhão tagliando mani e piedi degli indios in quello che sembra essere una brutale escalation del conflitto territoriale che va ormai avanti da tempo.
Tredici membri della comunità Gamela sono stati ricoverati in ospedale dopo l'assalto dei rancher armati di fucili e machete nel comune di Viana nella serata di domenica, secondo il Consiglio Missionario Indigeno. Tra i feriti c’è anche il leader del gruppo, Kum ‘Tum Gamela, ex sacerdote e coordinatore della Commissione Pastorale della Terra che ha già ricevuto numerose minacce di morte mentre combatteva la sua battaglia per i diritti delle terre del suo popolo.
Venerdì scorso gli indigeni brasiliani si sono scontrati con la polizia brasiliana di fronte al Parlamento di Brasilia. E’ accaduto durante la marcia organizzata per denunciare il degradarsi delle condizioni in cui vivono le tribù originarie delle regioni amazzoniche, continuamente minacciata dagli agricoltori locali.: gli indigeni hanno portato decine di finte bare davanti al Parlamento, per poi essere allontanati dalle forze dell’ordine che hanno lanciato proiettili di gomma e gas lacrimogeni.
In particolare, è la comunità dei Gamela – un gruppo di circa 400 famiglie che non hanno mai lasciato l'area – ad insistere sul fatto che la terra gli è stata rubata dagli agricoltori e dai grandi gruppi industriali che espandono sempre più le proprie attività nelle aree della foresta amazzonica, e dal 2014 hanno intensificato una campagna affinché gli venga restituita. Le riserve indigene sono ambite perché ricche di risorse e materie prime.