Brasile, 1.500 arresti per l’assalto al Parlamento. Lula: “Vogliono un golpe, non ci riusciranno”
"Vogliono un golpe, ma non ci sarà nessun colpo di stato". A dirlo ieri sera nel corso di una riunione con 23 dei 27 governatori degli stati brasiliani è stato il neo eletto presidente Luiz Inacio Lula da Silva, commentando l'assalto portato domenica sera da migliaia di sostenitori di Bolsonaro che per quasi quattro ore hanno attaccato le sedi di Presidenza, Congresso e Corte Suprema chiedendo un intervento militare per rimuovere Lula dal potere.
Lula, tornato leader del Brasile per la terza volta una settimana fa dopo aver sconfitto Bolsonaro nelle elezioni presidenziali di ottobre, ha invece mostrato solidità e sicurezza: "Non lasceremo che la democrazia ci sfugga di mano", ha detto. Poi, rivolgendosi ai golpisti, ha aggiunto: "Devono imparare che la democrazia è la cosa più complicata da realizzare, perché richiede di sostenere gli altri, richiede di vivere con persone che non ci piacciono, con cui non andiamo d'accordo, ma è l'unico regime che permette a tutti di avere la possibilità di competere, e chi vince ha il diritto di governare".
1.500 arresti per il tentato golpe in Brasile
Al momento, secondo il ministro della Giustizia e della Sicurezza, Flavio Dino, sono 1.500 le persone arrestate per i tumulti, avvenuti mentre Lula era in visita in un comune di San Paolo (sud-est) colpito da un'alluvione. Il ministro ha aggiunto che la Polizia federale ha già identificato in dieci Stati del Paese persone sospettate di avere legami economici con gli organizzatori del tentato colpo di Stato di domenica. Ma oltre alla repressione delle forze dell'ordine c'è stata la risposta popolare: decine di migliaia di persone infatti hanno organizzato manifestazioni a favore della democrazia, in una rabbiosa risposta all'assalto al Congresso da parte dei sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro.
Bolsonaro ricoverato in Florida per dolori addominali
Nella più grande città del paese, San Paolo, la folla ha gridato che Bolsonaro dovrebbe essere arrestato. Il leader di estrema destra, 67 anni, non ha ancora ammesso la sconfitta nelle combattute elezioni ed è volato negli Stati Uniti prima del passaggio di consegne il 1° gennaio. Lunedì è stato ricoverato in ospedale in Florida con dolori addominali. "Dopo la coltellata subita a Juiz de Fora, mi sono sottoposto a cinque interventi chirurgici. Dall'ultimo, due volte, ho avuto aderenze che mi hanno portato ad altre procedure mediche", ha affermato Bolsonaro sui suoi social con una fotografia su un letto d'ospedale.
Per lo stesso motivo, ha spiegato il presidente, "è stata presentata una nuova aderenza" che lo ha portato ad essere "ricoverato ad Orlando", città dove è arrivato il 30 dicembre, due giorni prima di lasciare l'incarico. "Grazie per le preghiere e i messaggi di pronta guarigione", ha aggiunto l'ex Presidente nel suo messaggio. Nella foto si vede Bolsonaro con flebo in entrambe le braccia. La moglie dell'ex presidente, Michelle Bolsonaro, aveva già indicato sui social che il marito è "sotto osservazione" in un ospedale degli Stati Uniti per un "malessere addominale".