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Bradley Manning: “Sono una donna, voglio essere chiamato Chelsea”

L’ex soldato, la ‘talpa’ di Wikileaks, è stato condannato ieri a 35 anni di reclusione.
A cura di Biagio Chiariello
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Bradley Manning, il soldato americano condannato a 35 anni di carcere per il passaggio di documenti a Wikileaks, dice di essere una donna e vuole vivere come tale. "Voglio essere sottoposto a una terapia di ormoni il prima possibile. Mi auguro che appoggerete la mia transizione. Chiedo che a partire da oggi mi chiamiate con il mio nome femminile, Chelsea", afferma Manning in una dichiarazione a Today Show di Nbc. C'è da dire che la difesa del 25 enne nel corso del processo ha portato alla luce le forti pressioni psicologiche sul ragazzo durante il periodo del ‘don't ask don't tell', il codice comportamentale in base al quale nelle forze armate Usa non si chiedeva e non si diceva nulla riguardo agli orientamenti sessuali dei militari.

Questo il contenuto della lettera inviata da Manning, al programma della Nbc "Today":

"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto negli ultimi tre anni. Attraverso questa lunga traversia, le vostre lettere di supporto e di incoraggiamento mi hanno aiutato a mantenermi forte,. sarò per sempre debito a chi mi ha scritto, a chi ha fatto una donazione al fondo per la mia difesa o a chi ha assistito a una parte del mio processo. Voglio ringraziare in particolare Courage to Resist and the Bradley Manning Support Network per il loro instancabile sforzo nel mantenere viva l'attenzione sul mio caso e per aver sostenuto la mia rappresentanza legale. Visto che sto entrando in una nuova fase della mia vita, voglio che tutti conoscano quello che sono davvero. Sono Chelsea Manning. Sono una donna. Seguendo quello che provo, e che sento dalla mia infanzia, voglio iniziare una terapia ormonale il prima possibile. Spero che mi sosterrete in questo cambiamento. Chiedo inoltre che, a partire da oggi, vi riferiate a me usando il mio nuovo nome e usando il pronome femminile (eccetto che per le mail ufficiali alla struttura di detenzione). Non vedo l'ora di ricevere lettere dai sostenitori così da avere la possibilità di rispondere. Grazie, Chelsea E. Manning".

Intanto gli avvocati di Manning hanno fatto sapere che si aspettano la grazia da parte di Barack Obama. "La condanna dimostra chiaramente che non ci sarà nessun processo equo negli Stati Uniti per Edward Snowden". E' la critica di Anatoli Kucherena, legale russo della "talpa" del Datagate che il 1 agosto ha ottenuto l'asilo temporaneo in Russia e da allora è nascosto in luogo segreto.

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