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Bradley Manning definito “traditore” durante il processo a suo carico

Il soldato americano accusato di essere la talpa di Wikileaks “ha tradito il suo Paese e aiutato il nemico” secondo il procuratore militare Ashden Fein. Manning rischia di trascorrere il resto della vita in prigione, se sarà dimostrato che i documenti riservati sono visualizzati da Al-Qaeda.
A cura di Biagio Chiariello
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Bradley Manning è un “traditore” . Così i procuratori militari hanno definito il soldato americano fino al centro della più grande fuga di documenti riservati nella storia degli Stati Uniti e attualmente a processo a Fort Meade, nel Maryland. Manning, 25 anni, rischia il carcere a vita per avere "aiutato il nemico",  trasmettendo le informazioni a WikiLeaks. Proprio su queste basi il Maggiore Ashden Fein ha affermato di fronte alla Corte Marziale che Manning "ha tradito la fiducia del suo Paese" rivelando quei documenti, nella consapevolezza che il materiale sarebbe stato visto da al-Qaeda. Il procuratore ha sottolineato come alcuni dei suddetti file digitali siano stati rinvenuti nel compound di Osama bin Laden dopo la sua uccisione da parte dei Navy Seals. "Wikileaks è praticamente la piattaforma che Manning ha utilizzato per garantire che tutte le informazioni in suo possesso fossero disponibili al mondo e ai nemici degli Stati Uniti", ha detto Fein.

Classe 1987, Manning è stato arrestato nel 2010 con l’accusa di essere la “talpa” che passò a Julian Assange documenti strettamente riservati. Di origini britanniche, nel 2007 si era arruolato nell’esercito anche se non ebbe vita facile: nel 2009 viene inviato in Iraq, dove ha accesso ad un server usato dal Pentagono per trasmettere informazioni private. Tra i documenti pubblicati da Wikileaks, 250.000 cabli riservati e 500.000 rapporti sulle guerre in Iraq e Afghanistan, oltre a vari video sui bombardamenti di Baghdad.

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