Boom di casi e ospedali al collasso: a Hong Kong l’emergenza Covid-19 non è ancora finita
Hong Kong è nel pieno del caos dovuto alla quinta ondata di Covid-19. Nei giorni scorsi centinaia di famiglie avevano raggiunto il checkpoint di Shenzhen per tentare di entrare nella Cina continentale, sfuggendo alla nuova impennata di casi e alle conseguenti strette sulle misure anti-contagio. In tantissimi hanno prenotato con largo anticipo camere d'albergo per sottoporsi a quarantena. I cittadini avevano preso d'assalto supermercati e mercati per fare scorte di viveri, con la paura che il governo potesse optare per un blocco generale della città.
L'amministrazione però ha fatto sapere che non procederà con un lockdown totale, ma di essere al lavoro per contenere la nuova ondata di contagi. Nella giornata di mercoledì scorso sono stati segnalati 4.285 nuovi casi di Covid e il presidente cinese Xi Jinping ha esortato tutti i leader locali a prendere le misure necessarie per un intervento.
La politica seguita da Hong Kong è quella di zero Covid già seguita in tutta la Cina. Nonostante questo, però, la città ha sempre evitato i test di massa e i massicci blocchi visti nella Cina continentale, dove interi quartieri sono stati completamente blindati. A Xi'an era infatti impossibile per i residenti anche andare a fare la spesa.
Preoccupa il basso tasso vaccinale tra gli anziani, i più colpiti dalla nuova ondata. Solo il 20% degli over 80 ha infatti conseguito la vaccinazione anti-Covid, mentre nella fascia dai 70 ai 79 anni solo il 50% è immunizzato contro il virus.
Su invito del governo cinese, Hong Kong ha fatto sapere di essere al lavoro per incrementare e ampliare la manodopera e le risorse disponibili nella lotta al Covid-19. Gli sforzi si concentrano in particolare sul miglioramento della capacità di effettuare test a tappeto e sulla costruzione di strutture per il trattamento e l'isolamento. Si lavora anche per ampliare le forniture mediche, in esaurimento nella città ormai sotto pressione per la nuova ondata.