Bombe di Israele sul campo profughi di Jabalia, cosa sappiamo: “Sembrava la fine del mondo”
Nel pomeriggio di ieri, martedì 31 ottobre, un bombardamento israeliano ha colpito Jabalia, nel nord di Gaza, dove si trova il più grande dei campi profughi della Striscia.
Si contano decine di vittime – il bilancio non è ancora del tutto chiaro – e le testimonianze che arrivano da Gaza sono drammatiche. Tra le vittime ci sono civili, testimoni parlano di bambini feriti, arrivati in ospedale con gravi ustioni, molti edifici sono stati distrutti.
Hamas: "Tra le vittime nel campo profughi anche ostaggi"
Nella mattinata di oggi Hamas ha affermato che nel bombardamento sul campo profughi sarebbero rimasti uccisi anche sette ostaggi, tra cui tre stranieri.
Israele già ieri ha confermato l'attacco dicendo che la città veniva usata da Hamas come centro di addestramento e coordinamento per i propri attacchi. Un portavoce dell’esercito ha aggiunto che l’obiettivo del bombardamento era Ibrahim Biari, un capo di Hamas ritenuto responsabile dell’attacco del 7 ottobre che si nascondeva nella vasta rete di tunnel sotterranei che attraversa la Striscia di Gaza.
Hamas ha però negato con forza la presenza di uno dei suoi leader nel campo profughi.
Stamane anche l'Ambasciatore d'Israele in Italia, Alon Bar, riferendosi al bombardamento sul campo profughi di Jabalia, ha detto che "gran parte delle persone che sono state uccise erano terroristi di Hamas". "Il fatto che ci siano anche civili, che sono stati uccisi, è perché loro (Hamas, ndr) usano i civili, donne e bambini, e i civili innocenti, per proteggere se stessi", ha aggiunto.
Le drammatiche testimonianze da Gaza
Alcuni testimoni hanno raccontato di una situazione drammatica: "Ero in coda per comprare il pane quando, all’improvviso e senza nessun preavviso, ho visto sette-otto missili cadere", le parole di Mohammad Ibrahim, un testimone oculare che al momento dell’attacco si trovava nel campo profughi, alla Cnn. "C’erano sette o otto grossi crateri nel terreno, pieni di persone uccise, parti di corpi ovunque. Sembrava la fine del mondo", ha aggiunto.
Come comunicato anche da Medici senza Frontiere, sono rimasti coinvolti anche tanti bambini che si trovavano nel campo a giocare per strada quando è stato bombardato. Mohammad Al Aswad, un altro testimone, ha raccontato alla Cnn che si trovava a soli 100 metri dal campo profughi nel nord di Gaza quando è avvenuto l'attacco.
"La scena era orribile", ha detto. "Bambini trasportavano altri bambini feriti e correvano tra le macerie. Alcuni perdevano sangue e altri erano bruciati". La Striscia di Gaza è diventata "un cimitero per migliaia di bambini", così anche un portavoce dell'Unicef.
Dall’ospedale più vicino a Jabalia si racconta di file di corpi distesi sul pavimento e un gran numero di feriti, compresi bambini. "Tutto quello che possiamo fare è continuare ad accoglierli. La maggior parte delle ferite proviene da esplosivi, ferite alla testa e amputazioni", la testimonianza di un medico.