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Bombardamenti italiani in Libia: salta il Consiglio dei Ministri, polemiche dell’opposizione

Il Consiglio dei Ministri di questa settimana potrebbe saltare a causa della spaccatura della maggioranza sulla questione dei bombardamenti in Libia. E l’opposizione mette in dubbio la stabilità dell’esecutivo.
A cura di Alfonso Biondi
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Governo italiano

La decisione di Berlusconi di dare il via ai bombardamenti in Libia sta facendo discutere, soprattutto all'interno della maggioranza. La Lega, infatti, si è detta contraria al provvedimento e anche alcuni esponenti dello stesso Pdl reclamano una riflessione più condivisa su un tema così delicato. Proprio a causa di questa fibrillazione, il Consiglio dei Ministri di questa settimana è destinato a saltare. Sul tavolo, infatti, la questione bombardamenti pesa come un macigno e sarà difficile trovare un punto di vista comune a tutti gli esponenti della compagine governativa. Il Cdm dovrebbe quindi slittare alla prossima settimana, quando magari si sarà raggiunto un accordo di massima sulle faccenda.

E in questa frattura che si è creata all'interno della maggioranza cerca di rigirare il coltello il leader del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, il quale ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24:

Davanti a contingenze così rilevanti non abbiamo una maggioranza, né un governo che tiene la barra. E pertanto bisognerà riverificare in parlamento lo stato delle cose. Se fossi io presidente del Consiglio, di fronte a una situazione come quella in Libia prima di tutto verificherei di avere una maggioranza, perché non si fanno delle scelte senza una maggioranza di governo.

Il punto per Bersani è che il Presidente del Consiglio, dopo la decisione sui bombardamenti presa in totale autonomia, potrebbe non avere più una maggioranza su cui poter contare. Il Pd starebbe anche pensando a una mozione di sfiducia per testare la tenuta di un esecutivo che, al momento, sembra traballante. Magari strizzando l'occhio al Carroccio.

Che la Lega sia mal disposta nei confronti del Cavaliere lo conferma anche il quotidiano La Padania, che riferisce di una telefonata tra Umberto Bossi e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il senatùr avrebbe detto che "siamo diventati una colonia francese" e che "il consiglio dei ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti". E avrebbe anche avuto anche parole dure per l'atteggiamento di Berlusconi, reo di "dire sì a tutto" per cercare di acquisire peso internazionale. Insomma se per La Russa non si poteva dire di no ai bombardamenti, sicuramente qualcuno nella maggioranza la pensa diversamente. E presto i nodi potrebbero venire al pettine.

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