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Bombardamenti in Libia: tutti contro Berlusconi

Dopo la decisione di bombardare la Libia, Berlusconi è nell’occhio del ciclone: la Lega Nord urla con forza il suo malcontento, il vescovo di Tripoli invita il governo a dimettersi e il 3 maggio sulla questione libica dovrà votare la Camera.
A cura di Alfonso Biondi
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Governo italiano

Aria pesante. La decisione di Berlusconi di bombardare la Libia ha creato una pericolosa frattura all'interno della maggioranza, una frattura che tarda ancora a ricomporsi, soprattutto alla luce della prima missione dei tornado italiani armati di missili. La sensazione è che la Lega e alcuni esponenti del Pdl stiano remando contro il Presidente del Consiglio, mettendo in seria discussione la stabilità dell'esecutivo.

E un'altra bordata all'operato di Berlusconi l'ha tirata il Ministro della semplificazione Roberto Calderoli che ha commentato telegraficamente la prima missione in Libia dei tornado italiani armati di missili: "Andiamo di male in peggio– avrebbe detto il Ministro leghista". La posizione del Carroccio  è ormai chiarissima. Già, perché le dichiarazioni di Calderoli sono perfettamente in linea con quanto detto da Maroni ("Non riusciamo a capire la decisione di Berlusconi") e da Bossi che, in una telefonata col capo dello Stato, ha dichiarato che il Consiglio dei Ministri non ha mai detto sì ai bombardamenti.

Ma per il Cavaliere i problemi non finiscono qui. Il 3 maggio la questione libica approderà alla Camera che sarà chiamata a votare sulla mozione presentata oggi dal Partito Democratico. Berlusconi s'è detto tranquillo, ma tra 5 giorni la maggioranza sarà costretta a contarsi e bisognerà vedere cosa decideranno la Lega e i Responsabili.

Sul fronte internazionale il vescovo di Tripoli rincara la dose. Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli ha infatti ilasciato le seguenti dichiarazioni all'agenzia di stampa Asianews del Pontificio istituto missioni estere:

Se il governo ha fatto questa scelta forse è meglio per tutti che rassegni le dimissioni. Come si può affermare che tutto è normale e giusto? Se la guerra continuerà potrebbero scavarsi dei fossati incolmabili fra la popolazione libica e quella italiana, con conseguenze imprevedibili.

In questo fuoco incrociato, però, un inaspettato alleato per il Cavaliere potrebbe essere Giorgio Napolitano, il cui peso istituzionale non è affatto da sottovalutare. Nel pomeriggio di oggi Berlusconi, accompagnato da Gianni Letta, è salito al Quirinale per illustrare al Capo dello Stato i nuovi scenari che l'esecutivo italiano si prepara ad affrontare alla luce della risoluzione dell'Onu. Il capo dello Stato avrebbe preso atto della situazione per poi ribadire quando già affermato due giorni fa e che cioè "L'ulteriore impegno dell'Italia in Libia, annunciato dal presidente del Consiglio Berlusconi, costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo". Le prossime ore saranno decisive per capire come potrà evolversi la situazione.

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