Bolsonaro condannato per abuso di potere: non potrà candidarsi per 8 anni dopo assalto al Parlamento
La Corte suprema elettorale del Brasile ha emesso la sua sentenza sull'ex presidente Jair Bolsonaro, accusato di abuso di potere nella corsa alle elezioni presidenziali dello scorso ottobre poi vinte dallo sfidante di sinistra Lula. Bolsonaro aveva denunciato "i brogli nel voto elettronico", soggetto secondo lui ad attacco hacker. Dopo le proteste che hanno paralizzato il Brasile per giorni (incoraggiate dallo stesso Bolsonaro), l'ex presidente è stato riconosciuto colpevole dai giudici e non potrà candidarsi ad alcuna carica politica per i prossimi 8 anni.
I legali di Bolsonaro hanno fatto sapere di voler presentare ricorso contro il verdetto, sostenendo che le dichiarazioni sui brogli dell'ex presidente non avrebbero avuto alcuna ripercussione sui disordini post-elezione di Luiz Inácio Lula da Silva. Se il verdetto dei giudici sarà confermato, Bolsonaro sarà tagliato fuori dalla vita politica fino al 2030.
L'ex presidente di destra sarà inoltre escluso anche dalle elezioni municipali previste per l'anno prossimo e per il 2028. Bolsonaro, dal canto suo, si è sempre dichiarato innocente, sottolineando di aver solo "spiegato le falle nel sistema elettorale brasiliano" ad alcuni diplomatici stranieri nella sua villa di Brasilia. Chi era presente, però, avrebbe parlato di un vero e proprio invito al golpe.
"Non possiamo accettare passivamente in Brasile – ha sottolineato l'ex presidente alla vigilia della sentenza – che eventuali critiche o suggerimenti per migliorare il sistema elettorale siano visti come attacchi alla democrazia".
I disordini dopo l'elezione del candidato di sinistra Lula
Bolsonaro e Luiz Inácio Lula da Silva si sono sfidati al ballottaggio il 30 ottobre del 2022. Il candidato di sinistra ha portato a casa la maggioranza dei voti, anche se la percentuale di differenza con l'ex presidente uscente è rimasta minima. Bolsonaro non ha mai riconosciuto pubblicamente la sua sconfitta e ha lasciato il Brasile per andare in Florida due giorni prima che Lula prestasse giuramento come presidente. I suoi sostenitori hanno preso d'assalto il Congresso del Brasile l'8 gennaio scorso, assediando il palazzo presidenziale e l'edificio che ospita la Corte Suprema.