Blitz ambientalista al Salone di Monaco: auto nel laghetto contro gli “sprechi dell’industria”

Un gruppo di attivisti di Greenpeace ha trasportato tre auto in un laghetto davanti all’ingresso dell’IAA Mobility, il salone dell’automobile di Monaco di Baviera, in Germania. La protesta organizzata contro i “modelli di business irrispettosi dell’ambiente”delle case automobilistiche.
A cura di Eleonora Panseri
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Gli ambientalisti di Greepeace durante il blitz al Salone dell'auto di Monaco.
Gli ambientalisti di Greepeace durante il blitz al Salone dell'auto di Monaco.

Nuovo blitz degli ambientalisti contro "gli eccessivi sprechi dei costruttori d'auto". Un gruppo di attivisti della sezione tedesca di Greenpeace si sono presentati al IAA Mobility, salone automobilistico tra i più conosciuti al mondo che si tiene nel centro congressi di Monaco di Baviera, in Germania, e hanno trasportato dentro il laghetto che si trova di fronte alcune auto.

Sulle targhe si legge: "Klima killer", "assassino del clima". Tre attivisti sono anche entrati in acqua esponendo cartelli con scritto "L'industria automobilistica affonda la protezione del clima" e "Shrink Now Or Sink Later" (Riduci ora o affonda dopo).

"Gli attivisti di Greenpeace manifestano oggi davanti dell'ingresso della IAA, il salone internazionale dell'automobile, a Monaco di Baviera contro i modelli di business irrispettosi del clima dei produttori automobilistici", hanno scritto gli ambientalisti sotto un post pubblicato sulla loro pagina Instagram. "A causa della crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi e la distruzione della natura stanno diventando sempre più frequenti".

"Le case automobilistiche tedesche continuano a puntare su automobili sempre più grandi, più pesanti e più assetate di energia. E non producono quasi più auto elettriche piccole ed efficienti. I marchi automobilistici tedeschi sono particolarmente dispendiosi in termini di energia e materie prime", aggiunge l'organizzazione in un comunicato diffuso sul sito ufficiale.

“L’enorme consumo energetico delle loro automobili sta determinando la crisi climatica, il peso elevato aumenta lo sfruttamento delle materie prime. Per fermare questi rifiuti occorre una politica dei trasporti che non identifichi più la mobilità con la propria automobile", prosegue la nota. "Una rete ferroviaria affidabile, come in Svizzera, e un trasporto pubblico ben sviluppato sono i presupposti per una mobilità che non affondi più il clima e la natura".

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