Blackout a Cuba, proteste nella capitale e in altre città. Il presidente: “Chi crea disordini sarà punito”
Continuano i disagi a Cuba dopo il blackout di grandi proporzioni che si è verificato nella mattinata di venerdì 18 ottobre. A causare l'interruzione di corrente era stato un guasto "imprevisto" di un impianto chiave per l'isola che ha destabilizzato l'intero sistema.
I progressi per riattivare l'energia sono stati vanificati sabato mattina, quando si è registrata un'altra disconnessione totale. La popolazione oggi, lunedì 21 ottobre, ha affrontato il quarto giorno consecutivo senza luce in diverse regioni dell'isola.
Intanto, il ritorno alla normalità è stato ostacolato anche dall'uragano Oscar che ha toccato terra nella parte orientale di Cuba nel pomeriggio di domenica 10 ottobre. Durante la serata si era indebolito fino a essere classificato come una tempesta tropicale.
Nella notte tra domenica e lunedì diverse persone hanno organizzato cortei spontanei, in taluni casi con il tipico "cacerolazo" (il rumore che si ottiene con la percussione sulle pentole, ndr), in alcuni quartieri della capitale, l'Avana, e in altri centri abitati.
Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha avvertito che le autorità risponderanno con "rigore" agli eventuali atti di "alterazione della tranquillità" cittadina nel corso delle proteste per la prolungata sospensione dell'energia elettrica. Il governo e la struttura del Partito comunista sono a completa disposizione "per dare risposte alla popolazione" e a qualsiasi "preoccupazione, a patto che siano richieste espresse in modo civile, organizzato e civilizzato".
"Non permetteremo che nessuno agisca provocando atti vandalici e, men che meno, che si alteri la tranquillità del nostro popolo", ha aggiunto ancora Diaz-Canel nel corso di una riunione del governo trasmessa da Noticiero Estelar. Chi verrà riconosciuto responsabile delle agitazioni, "sarà processato come dovuto, con il rigore previsto dalle leggi rivoluzionarie", ha detto il capo dello Stato cubano.