Bimbo muore di rabbia in Canada dopo essere stato morso da un pipistrello: era entrato nella sua cameretta
Un bambino canadese, nella provincia dell'Ontario, è morto dopo essere stato morso da un pipistrello entrato nella sua camera da letto. L'animale avrebbe morsicato il bambino e trasmesso la rabbia. La malattia virale è rara ma mortale e può essere diffusa agli esseri umani da un animale infetto, tra questi pipistrelli, volpi, coyote, o procioni.
Né il nome del bambino né l'età sono state rese pubbliche. Il caso è stato commentato dal dottor Malcolm Lock della Haldimand-Norfolk Health Unit. In una riunione con il consiglio di amministrazione ha spiegato che il bambino ha contratto il virus in un'area a nord di Sudbury. “I genitori si sono svegliati con un pipistrello nella loro camera da letto”, ha detto Lock, "non hanno visto segni di un morso o graffio". Il bambino è stato portato subito in ospedale in seguito all'incidente avvenuto a inizio settembre, ma non è stato possibile salvarlo.
La malattia può causare gravi danni al cervello e al midollo spinale, causa quasi sempre la morte una volta che i sintomi sono apparsi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lock ha spiegato che la percentuale di pipistrelli affetti da rabbia nella regione meridionale dell’Ontario è aumentata negli ultimi anni, da meno del 10% al 16%. Questo è il primo caso di rabbia in Ontario dal 1967.
Cosa fare se si viene morsicati da un animale infetto
“È estremamente importante che chiunque venga a contatto con un pipistrello cerchi cure mediche”, ha spiegato Lock. Bisogna subito intervenire con il trattamento specifico e la vaccinazione anche se non sono visibili i segni del morso.
Secondo Health Canada, il dipartimento sanitario del governo canadese, i casi di rabbia tra gli esseri umani sono rari. Le segnalazioni sono iniziate nel 1924, da allora ci sono stati 28 casi in sei province, tutti mortali. Negli Stati Uniti, stando ai dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), ci sono stati 25 casi di rabbia umana documentati, sette dei quali sono stati contratti al di fuori del paese.
Come spiega l'Istituto Superiore della Sanità, la rabbia è probabilmente la malattia più antica di cui si ha notizia. "In caso di post-esposizione alla rabbia è importante lavare e sciacquare la ferita o il punto di contatto con acqua e sapone, detergenti o acqua naturale, seguito dall'applicazione di etanolo, tintura o soluzione acquosa di iodio. A questo punto, a seconda dei casi, si effettua la somministrazione del vaccino (che rappresenta uno strumento di profilassi ma è efficace anche quando viene somministrato dopo una esposizione) o di immunoglobuline anti-rabbiche."