Bimbi “marchiati” come gli ebrei nei campi nazisti al confine tra Messico e Usa
Come gli ebrei nei lager nazisti, alcuni bimbi mostrano il loro numero di identificazione scritto sul braccio con pennarelli indelebili. E’ accaduto ad alcuni bambini della carovana dei migranti arrivata al confine tra Stati Uniti e Messico. L’episodio ha fatto subito ricordare i campi di concentramento nazisti dove ai deportati ebrei veniva inciso un numero di identificazione sull'avambraccio. La denuncia arrivata da Cal Perry, un giornalista dell'emittente americana MSNBC, inviato al confine di El Paso, in Texas. In un video pubblicato su Twitter, Perry mostra almeno quattro piccoli che riportano sul braccio numeri a quattro cifre, consequenziali tra cui "1963" e "1967". Il filmato è diventato subito virale.
Da quanto si è appreso, a scrivere i numeri non sarebbero state le guardie di confine statunitense bensì i volontari della Croce rossa e gli agenti di frontiera messicani. La Croce rossa lo avrebbe fatto allo scopo di creare una lista d’attesa affinché i richiedenti asilo potessero accedere alla Casa del Migrante a Tijuana. Da novembre, nella città di confine messicana si trovano migliaia di persone provenienti dal Centro America in attesa di varcare il confine con gli Usa. La pratica, però, è ormai diventata comune per tutti coloro che hanno richiesto l’asilo negli Stati Uniti ed è stata subito adottata dagli agenti di frontiera messicani per indicare l'ordine con cui saranno accompagnati al valico di frontiera. La U.S. Customs and Border Protection (Cbp) ha negato il suo coinvolgimento nella schedatura dei migranti e di essere a conoscenza delle procedure adottate dalle guardie messicane al confine. Ciò nonostante, Blanca Navarette, direttrice di un'Ong di Ciudad Juárez, ha definito gli agenti di frontiera statunitensi come i principali responsabili della violazione dei diritti umani in quanto trasferiscono tutte le responsabilità verso i richiedenti asilo sulle autorità messicane.
Negli Stati Uniti, le misure prese da Washington per impedire l’entrata al Paese dei migranti centroamericani sono oggetto di un aspro dibattito soprattutto dopo la morte di un bimba di 7 anni, avvenuta la settimana scorsa. La piccola del Guatemala, Jakelin Caal Maquin, è deceduta a causa di disidratazione e stanchezza dopo essere stata presa in custodia in una struttura del Border Patrol, la polizia di frontiera statunitense.