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Bimba di 11 anni uccisa nel parco all’uscita da scuola in Francia: confessa 23enne, è il vicino di casa

Svolta sul caso della bambina francese di 11 anni sparita nel nulla all’uscita da scuola e trovata morta nel parco. Ha confessato un 23enne che vive nello stesso quartiere della minore. Fermati anche padre, madre e fidanzata con l’accusa di averlo coperto dando una versione differente dei fatti.
A cura di Antonio Palma
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È stato il vicino di casa di 23 anni a uccidere la piccola Louise, la bambina francese di 11 anni sparita nel nulla all’uscita da scuola venerdì scorso e trovata morta sabato mattina in un parco a Épinay-sur-Orge, nel dipartimento dell’Essonne, a sud di Parigi. La svolta nelle scorse ore quando il giovane Owen L., già fortemente sospettato, ha confessato il delitto mentre era in custodia della polizia.

Dopo giorni di incertezze fermi di polizia e rilasci, si è chiuso dunque il cerchio attorno all’assassino della minore che ora dovrà spiegare il reale movente del delitto. Il 23enne era stato già fermato lunedì sera perché ripreso da alcune telecamere della zona in un orario compatibile con l’assassinio.

Inizialmente aveva negato tutto e gli alibi forniti da genitori e fidanzata avevano indotto gli agenti a rilasciarlo anche se le ricostruzioni dei familiari erano apparse contraddittorie. Nelle scorse ore infine gli inquirenti hanno rinvenuto il suo dna sul corpo della vittima durante gli esami scientifici e medico legali post mortem e per lui è scattato un uovo arresto.

Durante un lungo interrogatorio, il 23enne infine ha confessato di aver ucciso l’undicenne. "Ha ammesso i fatti di cui era accusato", ha dichiarato infatti oggi Grégoire Dulin, procuratore della Repubblica di Evry. Secondo i media locali, il ragazzo che vive nello stesso quartiere della ragazzina uccisa, era già noto alla polizia per reati minori, tra cui anche qualche atto di violenza.

Il suo nome era balzato subito in vetta ai sospetti anche perché diverse persone lo avevano riconosciuto nelle immagini delle telecamere. Il 23enne inoltre aveva dei graffi sulle mani compatibili con una colluttazione e il suo racconto era pieno di contraddizioni.

L' autopsia sulla giovane vittima ha rivelato la presenza di numerose ferite provocate da un oggetto tagliente in zone vitali ma nessuna violenza sessuale. Le analisi sui reperti in zona infine hanno isolato il dna del sospetto, incastrandolo. Dopo la confessione, nei guai sono finiti anche il padre, la madre e la fidanzata che sono attualmente sotto custodia della polizia con l'accusa di averlo coperto dando una versione differente dei fatti.

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