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Bielorussia, quinto mandato per Lukashenko tra accuse di brogli e boicottaggio

Il padre padrone della Bielorussia si aggiudica il quarto mandato con percentuali da plebiscito tra le proteste delle opposizioni.
A cura di Antonio Palma
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Come era largamente previsto, per la quinta volta consecutiva il presidente uscente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, si è aggiudicato le elezioni presidenziali nel Paese in quello che appare come un vero e proprio plebiscito popolare in suo favore. In realtà da tempo le poche opposizioni rimaste denunciano brogli elettorali su vasta scala che ogni volta trasformano la tornata elettorale semplicemente in una scommessa sulla percentuale di voto a favore del leader incontrastato del Paese. Secondo la commissione elettorale centrale, questa volta il 61enne Lukashenko ha ottenuto l'83,49% dei voti, di poco superiore al risultato del 2010, con un'affluenza dichiarata superiore all'80%. La principale sfidante, Tatiana Korotkevich, boicottata dalla stessa opposizione che l'ha vista come una pedina del presidente uscente, ha ottenuto appena il 4.42% dei consensi. Percentuali infinitesimali per gli altri due candidati, Nikolai Ulajovich Sergei Gaidukevich. Del resto nessuno di loro aveva una minima possibilità di prendere una percentuale superiore al  5% contro il padre-padrone della Bielorussia.

L'opposizione, che contesta i risultati e parla di " elezioni farsa", è riuscita a radunare sabato scorso 5mila persone che sono ascese in piazza a Minsk per protestare contro le evidenti irregolarità nel voto in Bielorussia. Tra le altre cose in particolare ad essere messo sotto accusa è stato il voto anticipato che aveva consentito al 36,05% dei circa 7 milioni di elettori di votare cinque giorni prima. Per le opposizioni questo voto è avvenuto in completa mancanza di garanzie, un modo perfetto per fare brogli. Tra gli organizzatori della manifestazione c’erano Nikolai Statkevich, candidato alle elezioni del 2010 e poi incarcerato fino allo scorso agosto quando è stato perdonato insieme ad altri oppositori. Lukashenko, che è al potere ormai da 21 anni, aveva ottenuto un allentamento delle sanzioni Ue proprio grazie alla scarcerazione di alcuni detenuti politici.

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