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Bielorussia, il miracolo non avviene: le donne avversarie di Lukashenko sconfitte alle elezioni

La loro era una battaglia impossibile, dall’esito scontato: sconfiggere Aleksandr Lukashenko alle elezioni in Bielorussia. La candidata era Svetlana Tikhanovskaya, casalinga di 37 anni alla prima esperienza politica che ha raccolto il 9,9% dei voti e ha accusato il presidente-dittatore di brogli. Proteste in piazza dopo l’annuncio della vittoria di Lukashenko: ucciso un manifestante.
A cura di Stefano Rizzuti
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Tutto come previsto. Le elezioni in Bielorussia si concludono con il solito plebiscito per Aleksandr Lukashenko. Con le solite accuse di brogli. E con la repressione delle proteste scattate nella notte. Forse l’unico elemento di novità, con tantissime persone scese in piazza per protestare contro il presidente confermato, come non accadeva da almeno dieci anni. Lukashenko, considerato a livello internazionale più un dittatore che un presidente, ottiene così il suo sesto mandato: è presidente dal 1994. Ha ottenuto l’80,23% dei voti, secondo i dati comunicati dalla commissione elettorale. E subito dopo la diffusione dei dati ha ricevuto le congratulazioni del suo alleato russo Vladimir Putin. Tutto come previsto, quindi. Anche la sconfitta della candidata Svetlana Tikhanovskaya. Che dopo il gran consenso raccolto nelle piazze e in qualche sondaggio (ben pochi, in realtà, quelli in circolazione) non riconosce i risultati: ha raccolto il 9,9% de voti.

Tikhanovskaya, l'avversaria di Lukashenko

La candidata ritiene che i risultati “contraddicono la realtà e sono completamente in contrasto con il buonsenso”. Tikhanovskaya si è candidata a 37 anni, è una casalinga senza alcuna esperienza politica passata. La sua decisione di scendere in campo è arrivata dopo che il marito è stato arrestato ed escluso dalla corsa alle presidenziali. I membri del suo staff negli scorsi giorni sono stati fermati dalla polizia. Sabato era stata la volta della responsabile della campagna elettorale, Maria Moroz. Mentre la sua alleata Veronica Tsepkalova è fuggita all’estero.

Le proteste dopo il voto: ucciso un manifestante

Le accuse di brogli sono arrivate già nelle ore successive al voto, da parte dell’opposizione. E migliaia di cittadini sono scesi in strada per protestare nella notte. Si è arrivati allo scontro con la polizia. Almeno un manifestante è stato ucciso, i feriti sono decine e le persone arrestate più di duemila. Le proteste, peraltro, erano iniziate già qualche giorno fa: a Minsk, la capitale, si erano riunite 60mila persone in piazza contro Lukashenko.

Bielorussia, la condanna della comunità internazionale

Dopo le violenze in piazza la Polonia ha chiesto un vertice europeo straordinario: “Le autorità hanno usato la forza contro i loro cittadini che chiedevano un cambiamento nel paese, dobbiamo sostenere il popolo bielorusso nella sua ricerca della libertà”, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki. Condanna espressa anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dal governo tedesco. Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha commentato: “Non c’è posto in Europa per chi bersaglia e reprime con violenza chi protesta pacificamente. I diritti fondamentali in Bielorussia devono essere rispettati. Chiedo alle autorità di assicurare che i voti dell'elezione di ieri siano contati e pubblicati accuratamente”.

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