Biden all’Onu: “Mosca vuole eliminare il diritto di esistere dell’Ucraina”
“L'obiettivo di questa guerra è abolire il diritto dell'Ucraina di esistere come Stato, e al popolo ucraino di esistere come tale. Chiunque voi siate, dovunque viviate, qualunque siano le vostre credenze, questo dovrebbe raggelarvi il sangue”, così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante il suo lungo intervento alla 77ma Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Le parole del leader statunitense arrivano dopo il discorso del presidente russo Putin alla nazione durante il quale ha annunciato una mobilitazione parziale in Russia per la Guerra in Ucraina, l'appoggio ai referendum di annessione nel Donbass e ha lanciato nuove minacce all'Occidente.
“Abbiamo un membro permanente del Consiglio di sicurezza che ha invaso un suo vicino con l'obiettivo di toglierlo dalla mappa – ha continuato Biden – oggi il presidente russo Putin ha inviato altre minacce. Il Cremlino sta organizzando un referendum farsa, che è una enorme violazione al diritto internazionale. L'Ucraina ha lo stesso diritto di esistere di qualsiasi altro Stato sovrano: siamo solidali con l'Ucraina e contro l'aggressione russa”.
E poi in riferimento alle nuove minacce nucleari del leader del Cremlino, che ha definito spericolate e irresponsabili, il presidente Usa ha aggiunto che "la guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta". Per questo "gli Stati Uniti chiedono la pace immediata, e che si trovino accordi che tutti accettiamo, ma non può essere l'acquisizione della terra di un altro Paese. Mosca vuole eliminare il diritto di esistere".
Nel suo lungo intervento dal Palazzo di Vetro a New York, il presidente Biden ha inoltre affermato che "è la Russia a raccontare frottole sulla crisi alimentare: le sanzioni le permettono esplicitamente di esportare le derrate alimentari. È Mosca che sta provocando la crisi alimentare e deve risolverla".
Infine ha concluso sottolineando la posizione degli Stati Uniti come difensori della "democrazia non solo in Ucraina ma in tutto il mondo. Rispettiamo la Carta delle Nazioni Unite abbracciata da 193 stati".