Biden a Netanyahu: “Serve un cessate il fuoco immediato, situazione dei civili a Gaza è inaccettabile”
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha voluto un colloquio telefonico con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, chiedendogli di approvare immediatamente un cessate il fuoco a Gaza per stabilizzare e migliorare la situazione dei civili innocenti. Biden ha inoltre esortato il primo ministro a dare potere ai suoi negoziatori per concludere un accordo e riportare a casa gli ostaggi israeliani.
Il colloquio con Netanyahu arriva dopo l'uccisione dei sette operatori umanitari dell'Ong World Central Kitchen, assassinati con un attacco aereo mentre lasciavano la città di Deir Al Balah nel centro della Striscia di Gaza, dove avevano trasportato più di 100 tonnellate di aiuti umanitari. Israele ha compiuto l'attacco contro il convoglio e poi ha affermato di averlo fatto poiché l'esercito riteneva che vi fosse a bordo un esponente di Hamas. Nonostante queste dichiarazioni, l'organizzazione ha comunque accusato Tel Aviv sostenendo che le operazioni fossero state coordinate con l'esercito israeliano e che quindi le autorità fossero al corrente che i passeggeri che stavano viaggiando sul convoglio nulla avevano a che fare con Hamas.
Le sette persone uccise provenivano dall’Australia, dalla Polonia, dal Regno Unito. Un'altra aveva doppia cittadinanza degli Stati Uniti e del Canada. L’ultima era l’autista palestinese di uno dei mezzi coinvolti.
Molto dure sono state anche le parole del segretario di Stato americano, Antony Blinken: "Nonostante gli importanti passi compiuti da Israele per consentire l'assistenza a Gaza – ha detto – i risultati sul campo sono insufficienti e inaccettabili. Il 100% della popolazione di Gaza conosce livelli acuti di insicurezza alimentare e ha bisogno di assistenza umanitaria. Coloro che lavorano eroicamente per fornire gli aiuti lo fanno mettendo in grave pericolo la propria vita". Al termine della riunione dei ministri Nato a Bruxelles, Blinken ha però affermato che dopo il 7 ottobre il conflitto avrebbe potuto finire "immediatamente" se Hamas avesse liberato gli ostaggi e deposto le armi.
"Israele non è Hamas – ha continuato – perché è una democrazia e le democrazie devono attribuire il massimo valore alla vita umana. Ogni vita umana, come è stato detto. Se perdiamo quel rispetto per la vita umana, rischiamo di diventare indistinguibili da coloro che affrontiamo".