Beppe Grillo: “No alla guerra in Libia, ci vadano Renzi e Napolitano”
Proprio mentre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi frenava rispetto all’ipotesi di un intervento militare italiano contro l’Isis in Libia, anche il leader del Movimento 5 Stelle si schierava apertamente contro la guerra. Con un lungo post pubblicato sul suo blog, Beppe Grillo non lesinava commenti al vetriolo sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e sullo stesso Matteo Renzi: nella sua lettura, infatti, la possibilità che l’Italia intervenga militarmente in Libia sarebbe un vero sfregio alla Costituzione, effettuato dal “novello Brancaleone della guerra agli infedeli”.
C’è poi un passaggio sulla recente modifica della Costituzione (approvata alla Camera ma ancora lontana dal diventare “effettiva”), che affida alla sola Camera la decisione sull’entrata in guerra: “Con l'abolizione del Senato dichiarare lo stato di guerra diventerà una prerogativa del governo. Non saranno più le due Camere a deliberare, ma la singola maggioranza parlamentare che conferirà la fiducia al presidente del Consiglio.” In realtà, continua Grillo, la responsabilità della drammatica situazione in Libia è da addebitarsi agli interventi occidentali contro Gheddafi e le colpe italiane sono chiare: “Che la Libia già divisa in clan e abbandonata a sé stessa andasse fuori controllo non era difficile da prevedere. Che l'Italia dopo averla bombardata (nessuno sa quanti civili sono morti sotto i nostri bombardamenti…) diventasse un bersaglio era più che certo”.
E la scelta di schierarsi sul fronte del no all’intervento è motivata in chiusura:
Chi ha dichiarato la guerra alla Libia e perché? La serva Italia che, così facendo ha favorito i suoi padroni, Francia, Gran Bretagna e USA in primis. La Merkel, saggiamente se ne tirò fuori. Se Renzie vuole la guerra ci vada lui con Napolitano al seguito. Vedendoli, l'Isis si farà una gran risata e ci risparmierà.
Non spetta oggi al Governo decidere se entrare in guerra, ma ancora, secondo la Costituzione al presidente della Repubblica, dall'articolo 87:
Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale…
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
Aspettiamo un monito dal Presidente, anche piccolo piccolo, al bulletto di Rignano. No alla guerra.