Belgio, bimbo di 9 anni bloccato a terra dalla polizia dopo la lite con un compagno di scuola

Un bimbo di appena 9 anni è stato immobilizzato e trattenuto a terra dalla polizia in Belgio, in una scuola elementare di "istruzione speciale" di Nalinnes. Il fatto è diventato di dominio pubblico grazie a un video registrato dalla madre del minore e diffuso online. Secondo quanto reso noto, le forze dell'ordine sono intervenute dopo la chiamata della direttrice dell'istituto frequentato da bambini con difficoltà di apprendimento.
Le forze dell'ordine avrebbero dovuto sedare un litigio tra Mathis, la piccola vittima, e un compagno di scuola che gli aveva rivolto insulti razzisti per il colore della pelle. Una volta giunti sul posto, però, i poliziotti si sarebbero rivalsi sul bimbo di 9 anni, trattenendolo a terra con le mani bloccate dietro la schiena.
Il capo della squadra di polizia ha sottolineato di non essere entrato a scuola "a sorpresa" ma di essere "stato convocato dagli insegnati, preoccupati perché la madre del bimbo non rispondeva alle chiamate dei docenti". La decisione di rivolgersi alle forze dell'ordine sarebbe quindi arrivata solo in seguito a una "seria difficoltà nel gestire gli eventi". Stando a quanto reso noto, il bimbo aveva cercato di scappare dalla scuola scavalcando i cancelli.
Quando il personale scolastico ha cercato di trattenerlo, il bimbo avrebbe distrutto delle attrezzature nel tentativo disperato di arrampicarsi su un albero. “Non potevo credere a quello che stavo vedendo. Quando ho chiesto alla direttrice cosa fosse successo, mi ha detto che Mathis era stato chiamato “sporco nero” e “cioccolatino”, cosa che l'ha fatto infuriare – ha dichiarato la mamma del bimbo alla stampa locale -. Voglio solo giustizia per mio figlio”. La donna non avrebbe ancora presentato denuncia per quanto accaduto.
La procura ha confermato l'apertura di un rapporto ufficiale per indagare sui fatti, mentre si indaga anche sul comportamento della madre del bimbo, accusata di non aver subito risposto alle telefonate degli insegnanti e di aver documentato la scena per postarla online e avere la prova di quanto stava accadendo invece di intervenire