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Baviera, sindaco spedisce a Berlino pullman con 31 rifugiati contro politiche accoglienza

Il pullman è diretto all’ufficio della cancelliera Angela Merkel. Mentre imperversano le polemiche dopo i fatti di Colonia, Peter Dreier vuole lanciare all’opinione pubblica “il segnale che non si può e non si deve continuare in questo modo in materia di politica di accoglienza dei rifugiati”. Per convincerli a partire, però, i migranti sono stati tratti in inganno.
A cura di Claudia Torrisi
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migranti stazione

Dopo le violenze della notte di Capodanno a Colonia, in Germania il dibattito sull'accoglienza dei migranti è più acceso che mai. Mentre continuano le pressioni sulla cancelliera tedesca Angela Merkel per una stretta sulla questione rifugiati, il sindaco di una città della Baviera ha deciso di fare un'azione dimostrativa contro le politiche di accoglienza messe in atto fino a questo momento. Dopo un colloquio telefonico avvenuto lo scorso ottobre con la cancelliera, in cui denunciava una "regione al collasso" e minacciava di mandare i profughi a Berlino, Peter Dreier, alla guida di Landshut, ha annunciato di aver caricato trentuno siriani su un bus, diretti alla capitale tedesca. Secondo quanto riporta Die Welt, il veicolo dovrebbe arrivare nel pomeriggio di oggi. La meta, dopo cinque ore di viaggio, è l'ufficio di Angela Merkel.

L'intento di Dreier è lanciare all'opinione pubblica "il segnale che non si può e non si deve continuare in questo modo in materia di politica di accoglienza dei rifugiati". "Noi cerchiamo di integrare queste persone, ma così non funziona se arriva un'altra ondata di un milione di migranti. Ecco perchè è il momento di battere i pugni sul tavolo", ha spiegato all'emittente televisiva N24. Dreier si è lamentato del fatto che l'autorità federale di Berlino non avrebbe la percezione della reale entità della crisi dei rifugiati: "Non capiscono che c'è un continuo accumulo, perché i profughi che sono arrivati ​​in questi ultimi mesi sono ancora lì".

L'iniziativa è stata denunciata da un'organizzazione di difesa dei diritti dei migranti, Pro Asyl, secondo cui in questo modo viene "utilizzata e abusata la difficile situazione dei rifugiati per dire che ‘vogliamo chiudere le frontiere'", strumentalizzando "delle persone per dare delle immagini ai media". Sul pulman sono saliti trentuno migranti siriani tra i ventuno e i quarantacinque anni che hanno già ottenuto lo status di rifugiato in Germania, e che si sono "iscritti volontariamente per il viaggio", recita un comunicato cittadino. In realtà ai migranti non era perfettamente chiaro cosa stessero andando a fare. "Ieri una donna dell'ufficio dell'amministrazione distrettuale è venuta da noi e ci ha chiesto se volevamo andare a Berlino", ha raccontao un rifugiato siriano al giornale Zeit, dicendo gli era stato promesso che nella capitale avrebbero avuto una situazione migliore che a Landshut. "Dopo due ore sul bus abbiamo capito di essere solo parte di una messa in scena", ha confessato il ragazzo.

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