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Batterio killer: nuovi dubbi sul “vettore”

Le indagini hanno escluso la soia come responsabile del batterio killer che ha provocato 22 vittime. In Lussemburgo è stato convocato un consiglio straordinario per discutere su contributi economici da concedere ai produttori di vegetali e frutta, colpiti da una crisi delle vendite.
A cura di Giuseppe Tramontin
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Escherichia Coli

Le analisi in corso in giornata avrebbero assolto i germogli di soia come responsabili del batterio killer che, secondo gli ultimi dati, avrebbe provocato la morte di 22 persone. Le indagini delle autorità tedesche hanno rivelato che 23 campioni analizzati su 40 hanno dato esito negativo, dopo che il ministro federale della Sassonia aveva ipotizzato che l'epidemia sarebbe stata trasmessa da alcuni germogli di soia. Soddisfatta sarà l'azienda produttrice, che non riusciva a dare spiegazioni su come fosse stato possibile il contagio, considerato che non utilizzava alcun concime e nella fattoria non erano presenti animali di nessun tipo.

Procedono quindi senza alcuna certezza le ricerche che, dopo aver escluso i cetrioli e preso in considerazione il salame di cervo, dovrebbero facilitare i lavori degli esperti che stanno cercando di limitare e ridurre al minimo i danni, non solo alla salute ma anche all'economia. Infatti molto gravi solo le ripercussioni sul mercato agricolo europeo, che ha registrato rilevanti cali delle vendite negli ultimi giorni.

Per far fronte a questa situazione, è stato convocato in Lussemburgo un consiglio straordinario di tutti i ministri dell'Agricoltura, che discuteranno sulle possibili "compensazioni finanziarie" al comparto agricolo. Roger Waite, il portavoce della Commissione Europea, ha dichiarato che varie forme di "aiuto" per i produttori di vegetali e frutta sono all'esame dei tecnici. Gli aiuti principali e più "immediati" che dovrebbero essere elargiti riguardano le imprese, sia piccole che grandi: si parla di un aiuto a coloro che fanno parte di un'organizzazione professionale del settore dell'ortofrutta, ma non si escludono le aziende di piccola entità. In questo caso i singoli Stati avrebbero una "delega", mentre per le imprese con fatturato maggiore sarebbe necessario il via libera della Commissione.

Importanti le direttive alle ricerche date dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio, secondo cui le analisi dovrebbero "concentrarsi più sulle situazioni locali, che non sui singoli vegetali, indicati di volta in volta, anche erroneamente, come colpevoli". Per il Ministro da non trascurare sono anche le situazioni locali di confezionamento, che avrebbero potuto permettere la diffusione del batterio Escherichia Coli.

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