Bataclan, Teste di Cuoio francesi accusano: “Mai chiamati a sferrare l’attacco”
Neanche la ricorrenza del 14 luglio e le celebrazioni in tutta la Francia della presa della Bastiglia sembrano spegnere le polemiche accese da alcuni uomini del GIGN, Gruppo d'intervento della gendarmeria nazionale, in merito a quanto accadde il 13 novembre del 2015, nel giorno degli attentati che sconvolsero Parigi. Alcuni uomini delle teste di cuoio transalpine hanno scritto una lettera anonima, rivelata ieri dal Canard Enchaîné, denunciando l'umiliazione subita durante l'assedio del teatro Bataclan: "Eravamo pronti a sferrare l'assalto, ma il colonnello attendeva saggiamente di essere chiamato", scrivono polemicamente i membri del GIGN, mettendo nel mirino il colonnello Hubert Bonneau, capo dell'unità, che si sarebbe "nascosto dietro a competenze territoriali". Per tradizione, I GIGN intervengono in piccole, medie città e in zone rurali, mentre la polizia nelle metropoli. "La sera del 13 novembre, il colonnello Bonneau ha semplicemente dimenticato di essere un gendarme. Ci vergogniamo di lui come di noi stessi", scrivono gli autori della lettera.
Ma cosa accadde la notte del 13 novembre 2015? E quale fu il ruolo delle Teste di Cuoio? Gli uomini del GIGN vennero allertati alle 22 e 26, un'ora dopo le esplosioni allo Stade de France e le sparatorie nei bistrot. Il comandante del Gign tenta di contattare i capi della Raid e del Bri, le unità d'élite della polizia nazionale e della polizia giudiziaria di Parigi, per cercare di coordinarsi. Nessuno risponde. Il GIGN riceve quindi l'ordine di posizionarsi in una caserma vicino place de la Bastille: gli uomini devono essere pronti ad ogni evenienza e infatti alle 23.06 45 militari sono già sul posto. Aspetteranno per altre 3 ore, senza essere chiamati.
La tesi dei "dissidenti" del GIGN è che se fossero stati subito inviati al Bataclan avrebbero potuto salvare vite umane: il teatro, infatti, venne raggiunto dalle Brigate di ricerca e intervento, Bri, alle 22.20 e solo 28 minuti dopo dai rinforzi del "Raid". Un tempo che, secondo alcuni uomini delle Teste di Cuoio, avrebbe consentito di salvare molti ostaggi. Ipotesi che però è tutta da dimostrare, se è vero come è vero che in realtà il primo a cercare di fermare la strage, alle 21 e 57, è stati un poliziotto di quartiere che ha sparato ad uno dei terroristi, uccidendolo e costringendo gli altri a interrompere la mattanza per rifugiarsi in galleria.