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Barcellona, il comune multa le banche che tengono sfitti i loro appartamenti

L’emergenza abitativa per il Comune di Barcellona è una priorità e così ha deciso di multare con 315.000 euro ciascuna tre banche spagnole per essersi rifiutate di affittare a canone popolare gli appartamenti di loro proprietà. Secondo l’assessore alla casa, lo scopo delle sanzioni è garantire un uso sociale alle case sfitte.
A cura di Mirko Bellis
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La sindaca di Barcellona, Ada Colau, ad una manifestazione di sfrattati
Ada Colau, la sindaca di Barcellona, ad una manifestazione di sfrattati

Il procedimento disciplinare contro le banche è iniziato nell'estate del 2015, dopo l’elezione della nuova sindaca, Ada Colau, una ex attivista per i diritti alla casa e portavoce dall'associazione Pah (Piattaforma delle Vittime dei Mutui). Per il Comune della città catalana, gli istituti di credito da oltre due anni mantenevano sfitti due appartamenti nel distretto di Sant Martí (a due passi dalla Sagrada Familia) e altri due a Nou Barris (all'estremo nord di Barcellona). Le banche sanzionate sono Sareb – la bad bank creata dal governo per assorbire le perdite di altri istituti bancari falliti dopo lo scoppio della bolla immobiliare – Bbva e il Banco Santander, le due maggiori realtà finanziarie spagnole.

Secondo quanto ha precisato l’assessore alla casa, Josep Maria Montaner, le quattro multe di 315.000 euro ciascuna sono il massimo previsto da una legge del 2007 che disciplina il diritto alla casa in Catalogna. E nel 2014, una legge di iniziativa popolare contro gli sfratti, consente al Comune di Barcellona di sanzionare le banche proprietarie di case sfitte. “Le autorità hanno l’obbligo di usare tutte le risorse a disposizione per affrontare l’emergenza abitativa”, ha affermato Colau.

Le tre banche, nonostante i ripetuti avvisi dell’amministrazione comunale, avrebbero continuato a non affittare gli appartamenti: adesso dovranno pagare – salvo ricorsi –  un totale di 1.26 milioni di euro. Con le sanzioni – ha spiegato Montaner – il Comune non pretende di incassare denaro, ma “ottenere che le case sfitte abbiano un uso sociale”. Nei diciotto mesi di governo della coalizione di sinistra Barcelona en Comú (ne fanno parte Iniciativa per Catalunya Verds, Esquerra Unida i Alternativa, Equo, Procés Constituent e Podemos) sono oltre 200 i procedimenti aperti contro i proprietari di case sfitte.

La sindaca di Barcellona ha rivendicato la scelta di applicare le sanzioni con un tweet in cui sottolinea la battaglia della sua giunta contro la speculazione immobiliare

Il Comune ha chiarito che i piccoli proprietari sono esclusi dalle sanzioni, in quanto le multe riguardano solo chi possiede immobili per oltre 1.250 metri quadrati. Proprio la situazione in cui si trovano diverse banche spagnole. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare nel Paese iberico ci sono stati oltre 170 mila sfratti e tantissime famiglie sono finite letteralmente sul lastrico per non aver potuto pagare i prestiti ipotecari. E così gli istituti di credito si ritrovano ad essere proprietarie di un enorme, quanto inutilizzato, patrimonio immobiliare. L’azione dell'amministrazione di Barcellona vuole appunto costringere le grandi banche a mettere sul mercato le tantissime case pignorate da quando è iniziata la crisi nel 2008. Nel caso in cui i tre istituti di credito multati non dovessero pagare – fanno sapere dal Comune – le abitazioni potrebbero essere poste sotto sequestro. Il Bbva, in una nota, si è detto sorpreso della multa in quanto l’appartamento di Nou Barris risulterebbe ceduto nel luglio scorso alla Generalitat (Regione) catalana assieme ad un stock di 1.800 case da destinare ad affitti sociali per un periodo di otto anni.

Garantire a coloro che non hanno i mezzi economici di accedere ad un alloggio è una delle principali sfide del governo municipale e della sindaca Ada Colau. Raggiungere o meno questo obiettivo politico sarà il metro con cui verrà giudicata dai suoi concittadini. Le sanzioni alle banche che non affittano non sono l’unico strumento messo in atto da Barcellona: una società pubblica, in cui è prevista anche la partecipazione dei privati, avrà l’incarico di costruire nei prossimi dieci anni quasi 9.000 case da affittare a prezzi accessibili.

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