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Bangladesh, gli islamici protestano contro i nuovi diritti concessi alle donne

Mentre gli islamici del nordafrica e del medio oriente stanno protestando ormai da mesi per chiedere riforme e maggiori libertà contro regimi vecchi e corrotti, quelli del Bangladesh sono scesi in piazza per protestare contro le libertà concesse alle donne.
A cura di Cristian Basile
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Bangladesh proteste

Mentre gli islamici del nordafrica e del Medio Oriente stanno protestando ormai da mesi per chiedere riforme e maggiori libertà contro regimi vecchi e corrotti, quelli del Bangladesh sono scesi in piazza per protestare contro la libertà, o meglio, contro le libertà concesse alle donne. Se da una parte, infatti, le donne arabe hanno assistito tutt'altro che passivamente alle rivolte che hanno portato alla fuga di Ben Ali in Tunisia, alle dimissioni di Mubarak in Egitto ed alla rivolta contro Gheddafi in Libia, mostrando il ruolo sempre più importante delle donne nelle rivendicazioni di cambiamento sociale e civile di questi Paesi, dall'altra, in altri Stati a maggioranza musulmana, le donne continuano ad essere discriminate.

Decine di persone sono rimaste ferite ed altre 50 sono state arrestate dalla polizia del Bangladesh, oggi durante gli scontri tra le forze dell'ordine ed i manifestanti contrari alla decisione del Governo di concedere più poteri alle donne di questo paese, principalmente musulmano.

Gli agenti sono stati costretti ad sparare gas lacrimogeni ed a utilizzare bastoni e cannoni d'acqua per disperdere gli attivisti inferociti che avevano alzato barricate lungo la principale strada che unisce la capitale, Dhaka, al porto principale del Bangladesh, Chittagong. Durante la manifestazione, che ha bloccato per ore centinaia di automobili, autobus e camion, gli attivisti islamici, Corano alla mano, hanno gridato slogan contro il nuovo Governo favorevole alle donne e ieri uno studente di una piccola scuola islamica a 280 chilometri da Dhaka è stato colpito a morte della polizia durante gli scontri.

Il partito politico che sta incoraggiando la rivolta è l'Islami Oikyo Jote, che si oppone alla politica del Governo che propone maggiori diritti per le donne (politica annunciata l'anno scorso ma non ancora avviata). Il partito islamico infatti, è assolutamente contrario ad ogni concessione in quanto credono che queste aperture e la nuova legislazione obbligheranno le donne musulmane a violare la "Sharia" (la legge islamica).

Intanto il governo del Bangladesh ha assicurato che continuerà la sua politica in favore delle donne in quanto non viola l'islam e che per questo motivo non tollererà "nessun tentatvivo di destabilizzare il paese".

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