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Banca Mondiale, chi sarà il nuovo Presidente?

Robert Zoellick lascerà il timone della Banca mondiale a fine giugno. Tra i suoi possibili successori Bill Gates e Hillary Clinton. Ma la Cina e i Paesi emergenti non vogliono un presidente americano.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Presidente della Banca mondiale Zoellick

L'attuale Presidente della Banca mondiale Robert Zoellick ha rinunciato a cercare un secondo mandato. Il suo incarico scadrà ufficialmente a fine giugno e sul nome del suo probabile successore è già bagarre. Zoellick saluta la Banca mondiale, fiero del lavoro svolto fino ad ora. In una mail riservata ai dipendenti dell'istituzione, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il politico statunitense avrebbe espresso grande soddisfazione per aver raccolto la somma record di 90 miliardi di dollari con i due fondi Ida e per aver messo in cassa diversi miliardi di dollari per mezzo di una neonata società di Asset management, che ha anche permesso di "mantenere il budget reale stabile e preservare la tripla A". Ora, però, è giunto il tempo di farsi da parte. E l'interesse, inevitabilmente, si sposta sui nomi dei suoi possibili successori.

Il segretario di Stato americano Hillary Clinton- Tra i possibili successori di Robert Zoellick, il nome di Hillary Clinton resta certamente uno dei più gettonati. Segretario di Stato americano, classe 1947, la Clinton ha però smentito qualsiasi tipo di interesse. Dichiarazioni di facciata? Può darsi, anche perché la politica statunitense ha annunciato da tempo di voler rinunciare a un secondo mandato alla guida della politica estera Usa, nel caso Barack Obama venisse rieletto alla Casa Bianca. Hillary Clinton potrebbe diventare la prima donna a guidare la Banca mondiale, formando una coppia tutta la femminile con Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario internazionale. I (pochi) dubbi sulla sua candidatura riguardano la sua scarsa familiarità con la finanza.

Il fondatore di Microsoft Bill Gates- Un altro nome che è venuto fuori è quello di Bill Gates, fondatore di Microsoft, classe 1955. Le voci su una sua candidatura a successore di Zoellick s'erano molto intensificate nei giorni scorsi, ma Gates, almeno davanti ai giornalisti, dice di non essere interessato alla prestigiosa poltrona. "Ho un lavoro a tempo pieno con la Bill & Melinda Gates Foundation, per questo non sarei disponibile"- ha spiegato il fondatore di Microsoft, intervenendo ieri all'assemblea dell'Ifad, a Roma. Gates ha infine riconosciuto la bontà del lavoro svolto da Zoellick per riportare l'agricultura nell'agenda della politica planetaria e s'è augurato che "la Banca mondiale riesca a trovare in tempi brevi un "leader all'altezza".

Timothy Geithner, Larry Summers e Robert Rubin- La rosa dei candidati americani comprende anche tre esperti di finanza: si tratta di Timothy Geithner, attuale segretario al Tesoro americano, del suo predecessore  Larry Summers e di Robert Rubin, che rivestì lo stesso incarico nell'amministrazione Clinton. Si tratta di candidature che, però, vengono viste di cattivo occhio dai Paesi emergenti, a causa della loro eccessiva contiguità col mondo di Wall Street.

I candidati dei Paesi emergenti- La Cina e gli altri Paesi emergenti stanno facendo pressioni affinché il successore di Robert Zoellick venga scelto attraverso un processo di selezione "aperto, trasparente e basato sul merito". Non vogliono, in parole povere, che il prossimo numero uno dell'istituzione planetaria sia americano. Possibile quindi che per la prima volta la Banca mondiale sia guidata da un Presidente non americano? Difficile dirlo ora. Ma è chiaro che Cina e soci, vista anche la crescente importanza sullo scacchiere mondiale,  faranno tutto quello che è in loro potere per spingere un candidato che possa rappresentarli al meglio. Il fatto che il Fondo monetario internazionale "spetti" a un europeo e la Banca mondiale ad un americano rappresenta una consuetudine che Cina, India, Brasile e altri continuano a mandar giù di cattiva voglia. Tra i possibili candidati degli emergenti, i nomi che si fanno sono quelli dell'ex ministro delle Finanze turco Kemal Dervis, dell'ex banchiera centrale indonesiana Sri Mulani Indrawati e dell'economista indiano Montek Singh Ahluwalia.

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