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Baltimora, tensione nella notte. A Detroit ucciso 20enne di colore

Mentre a Baltimora esplode la rabbia per i metodi della polizia, a Detroit si registra un nuovo caso: un giovane di colore, sospettato di rapina e armato con un martello, è stato ucciso da un poliziotto. Proteste anche a Ferguson.
A cura di Susanna Picone
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Rimane alta la tensione a Baltimora, dove al funerale dell’afroamericano Freddie Gray – morto dopo l’arresto – è esplosa la rabbia della comunità per i metodi della polizia. Nonostante il coprifuoco, scattato dopo le violente manifestazioni dei giorni scorsi, molte persone sono rimaste in strada e hanno affrontato la polizia e ai lanci di bottiglie le forze dell'ordine hanno risposto coi lacrimogeni. La situazione, poi, a oltre un’ora dall’inizio del coprifuoco è tornata alla calma. La polizia ha sgomberato i punti nevralgici della protesta e gran parte della folla di manifestanti è tornata a casa. C’è un clima spettrale a Baltimora, con le strade deserte attraversate solo da mezzi della polizia a della Guardia nazionale e con centinaia di agenti impegnati a pattugliarle. Intanto, il neo ministro Loretta Lynch ha annunciato che il Dipartimento di giustizia americano ha aperto ufficialmente un'inchiesta sulla morte di Freddie Gray. Già il presidente Barack Obama era intervenuto sui fatti di Baltimora dicendo che non c’è alcuna scusa per la violenza: “Si tratta di una violenza senza senso”, ha detto il presidente che ha chiesto trasparenza sulle responsabilità che sono dietro alla morte di Freddie Gray.

Un’altra morte sospetta a Detroit – Le proteste da Baltimora si sono allargate fino a Ferguson, dove una persona è rimasta leggermente ferita da un colpo di pistola nel corso di una manifestazione di solidarietà con la comunità afroamericana della città del Maryland. Altre proteste anche a Detroit e Chicago, dove la polizia ha arrestato decine di persone. Intanto a Detroit si è registrato un altro caso di morte sospetta. Un ventenne di colore, Terrance Kellom, è stato ucciso con colpi d'arma da fuoco da un agente federale. Le forze dell'ordine sostengono che Kellom stesse avanzando verso l’agente con un martello in mano. Era stata una donna a chiamare la polizia, a causa di una lite domestica. L’uomo rimasto ucciso era ricercato perché sospettato di una rapina a mano armata. “Non è vero che mio figlio era armato”, ha detto il padre di Terrance Kellom. “Quando gli hanno sparato in casa, davanti ai miei occhi, era del tutto disarmato”, ha denunciato ancora l'uomo secondo il quale il figlio è morto “con i pugni serrati” e “non impugnava un martello”.

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