Baby-sitter decapitata in Sri Lanka, accusata di aver strangolato il bambino che accudiva
Una baby-sitter in Sri Lanka è stata decapitata a seguito della morte del bambino che accudiva. La donna è stata commemorata con un minuto di silenzio voluto dal Parlamento di Colombo, come riporta il quotidiano locale The Daily Mirror. La ragazza si chiamava Rizana Nafeek ed è stata giustiziata ieri a Riad. La notizia è stata confermata da Ministero degli Esteri srilankese. Nonostante si fossero attivate diverse associazione dei diritti umani, ta cui Amnesty International, nonché diversi canali diplomatici per salvare la vita a Rizana, c'è stato poco da fare. L'esecuzione è stata effettuata come previsto. Intervenuto nella vicenda anche il presidente Mahinda Rajapaksa.
Diversi appelli sono stati fatti per evitare l'esecuzione di Rizana: il secondo appello, infatti, è stato effettuato dal presidente Rajapaksa che aveva chiesto al re saudita di rinviare la condanna a morte ed elaborare una sorta di risarcimento per la famiglia del piccolo scomparso. La baby-sitter era arrivata in Arabia Saudita nel 2005 ed era stata assunta alle dipendenze di una facoltosa famiglia. Il bambino di quattro mesi, che la donna accudiva da poco tempo, è morto soffocato mentre veniva allattato con un biberon dalla stessa balia. Il fatto risale al 2007: la donna fu arrestata il giorno dopo con l'accusa di aver ucciso il bambino, dopo un litigio avvenuto tra lei e la madre. La ragazza avrebbe anche confessato l'infanticidio alla polizia. La confessione, però, sarebbe stata estortale con la forza.