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Covid 19

Frontiere riaperte dal 3 giugno: no di Austria, Svizzera e Croazia all’Italia

Svizzera e Austria non riapriranno i propri confini con l’Italia il prossimo 3 giugno. Per Vienna “l’Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune regioni la situazione è migliorata e l’impegno è grande. Dobbiamo essere prudenti”, mentre Berna, che dal 15 giugno abolirà i controlli alle frontiere con Austria, Germania e Francia, sconsiglia ancora i viaggi verso il Belpaese: “Nulla è ancora sicuro”.
A cura di Ida Artiaco
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"L'Italia è ancora un focolaio della pandemia da Coronavirus e pertanto bisogna essere prudenti". Svizzera ed Austria hanno fatto sapere che non riapriranno i propri confini con il nostro Paese a partire dal 3 giugno. Nonostante i dati delle ultime settimane mostrino una curva epidemiologica in continua discesa, con il crollo del numero dei nuovi contagiati e soprattutto dei ricoveri in terapia intensiva, Vienna e Berna non si fidano, così continuano a sconsigliare i viaggi verso il Belpaese, a differenza di altri, in cui invece i cittadini possono cominciare a pianificare weekend e vacanze.

No dell'Austria ai viaggi in Italia: "Ancora focolaio"

Rudolf Anschober, ministro della Salute austriaco, è stato d'altronde molto chiaro: "L’Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune regioni la situazione è migliorata e l’impegno è grande", ha detto in un’intervista al quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten aggiungendo che "pur essendo un sostenitore della libertà di movimento, con l’Italia dobbiamo ancora essere prudenti", e spiegando che nel nostro Paese ci sono ancora 382 casi positivi a Covid-19 per 100mila abitanti contro i 55 della Croazia e i 70 della Slovenia. Il ministro sottolinea che per ora resta in vigore l’obbligo di tampone negativo per l’ingresso in Austria e non teme malumori diplomatici a seguito delle sue dichiarazioni. Tuttavia, il ministero degli Interni di Vienna ha precisato che i turisti dalla Germania potranno attraversare senza soste l’Austria per raggiungere l’Italia.

Dalla Svizzera preoccupazione per la Lombardia

Stessa posizione è stata presa dalla Svizzera, che si prepara a riaprire i confini con vari paesi ma per il Consiglio federale la data del 3 giugno fissata da Roma è troppo ravvicinata. I viaggi verso la Penisola restano dunque sconsigliati. Dal 15 giugno, invece, saranno invece aboliti i controlli alle frontiere con Austria, Germania e Francia e i cittadini non dovranno più giustificare gli spostamenti da e verso queste zone. "Avremmo preferito se avessero aspettato, ma è una decisione sovrana che ovviamente rispettiamo", ha precisato il ministro dell'Interno Karin Keller-Sutter, ribadendo i ripetuti contatti con la ministra dell’interno del governo Conte Luciana Lamorgese. D’altronde però, ha fatto notare la ministra, "nulla è ancora sicuro, la loro è per il momento solo un’intenzione". A preoccupare gli elvetici è in particolare la situazione della Lombardia, dalla quale tuttavia resta consentito l’ingresso in Svizzera per gli oltre 60mila lavoratori frontalieri. Non ci sarà dunque reciprocità con la decisione di Roma, che dal 3 giugno aprirà all’ingresso dei cittadini svizzeri in Italia: "Finchè i confini restano chiusi sconsigliamo comunque di viaggiare in Italia", sono state le parole della ministra.

Croazia riapre frontiere a 10 Paesi Ue, non all'Italia

Anche la Croazia prevede di riaprire le frontiere ai cittadini di 10 nazioni dell'Unione europea, per rilanciare il turismo dopo il lockdown legato al Coronavirus, ma non a quelli italiani. Il primo ministro Andrej Plenkovic ha dichiarato che le restrizioni di viaggio saranno revocate per i cittadini di Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia; l'elenco dei Paesi sarà ampliato. La Croazia, con una delle economie più deboli dell'Ue, dipende in gran parte dal turismo lungo la splendida costa del mare Adriatico. Il Paese spera di recuperare il più possibile la stagione turistica estiva dopo aver subito perdite negli ultimi mesi.

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