Austria, candidato ultradestra Hofer: “I controlli al Brennero sono inevitabili”
Dopo la vittoria al primo toruno alle elezioni presidenziali austriache, il leader dell'estrema destra Norbert Hofer, candidato del partito ultranazionalista Fpö, parla di controlli al Brennero "inevitabili": "Non mi fanno di certo piacere, ma non abbiamo altra scelta", ha detto, ribadendo che "i confini esterni di Schengen vanno messi in sicurezza, in questo modo potrebbero essere sospesi i provvedimenti temporanei". Solo il 20% degli arrivi in Austria "sono veri profughi che inoltre hanno attraversato paesi sicuri".
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, poi, Hofer si spinge ancora oltre:
Se l’Italia non ce la fa da sola, dobbiamo rafforzare Frontex, le devono essere dati gli uomini necessari. Ma senza questa messa in sicurezza diventa impossibile aprire i confini interni all’Europa. La promessa dell’intesa europea d’altronde era: facciamo funzionare le frontiere esterne, così non abbiamo più bisogno di quelle interne.
Vale anche per l’accordo di Dublino?
Sì, deve essere applicato così com’è: i rifugiati devono rimanere nel primo territorio sicuro in cui arrivano. Quello in cui sono davvero arrivati, però.Significa che i Paesi al confine dell’Ue devono farsi carico di più profughi?
L’accordo di Dublino lo abbiamo firmato tutti. E tutti sapevano cosa c’era scritto: gli italiani avrebbero potuto rifiutarsi. Ma se si sottoscrive, va mantenuto. Spero che in pochi anni arriveremo a una situazione in cui non ci saranno più così tante persone che premono per arrivare qui. Ma adesso è così.
Per il candidato del Fpö, sul Brennero "l’Austria non ha alternative: bisogna fermare la corrente. Altrimenti saranno gli altri Paesi che rimprovereranno a noi di farla passare". Hofer ha poi detto che le frontiere "non le chiudiamo, le controlliamo. Questa è la differenza. Dobbiamo controllare se chi è entra lo fa illegalmente" e che l'Unione europea non è in pericolo: "Non se collaboriamo amichevolmente e siamo consapevoli del fatto che dobbiamo lavorare ancora insieme a un’Europa comune e a un’Europa sussidiaria. Questo è il mio obiettivo: un’Europa sussidiaria che non sia uno stato centrale. Ma se pensiamo di costruire uno stato centrale in cui i Paesi membri hanno poco da dire allora è difficile".
.