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Austria: 50 migranti muoiono asfissiati nel cassone di un tir

A bordo di un camion parcheggiato lungo l’autostrada orientale A4, tra il Burgenland Neusiedl e Parndorf, sono stati trovati circa 50 profughi morti.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 20.45 – Ue: “Ora ci vuole unità”. Dopo la tragedia del tir da parte della Commissione Ue è arrivato un appello all'unità. In una nota si invocano “azioni comuni e solidarietà tra tutti”: “C'è la necessità urgente che tutti gli Stati membri sostengano le proposte avanzate dalla Commissione, anche chi sinora è stato riluttante”. Viene anche sottolineato come ci si trovi di fronte “non a una crisi italiana, greca, franco-tedesca ungherese, ma europea”. “Siamo tutti sconvolti dalla notizia agghiacciante dei profughi morti nel tir. Questo è un ammonimento all'Europa a offrire solidarietà e a trovare soluzioni”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel a Vienna alla conferenza sui Balcani occidentali. “Troveremo il modo di distribuire il carico e le sfide in modo equo”, ha aggiunto la Merkel.

Ore 18.30 – Il primo ministro italiano Matteo Renzi ha espresso la sua solidarietà al cancelliere austriaco Werner Faymann. "Una morte assurda, che sconvolge la coscienza di ognuno di noi e che sottolinea, una volta di più se ce ne fosse ancora bisogna, la centralità e l'urgenza del tema dell'immigrazione in una Europa dove tornano ad erigersi muri".

Ore 14.05 – Le autorità austriache hanno reso noto che negli ultimi due giorni sono stati intercettati dalla polizia dei tir carichi di migranti: uno di loro ne trasportava 34 nel rimorchio, tra cui anche dieci bambini, che appena scesi dal camion hanno riferito della difficoltà nel riuscire a respirare a causa dello scarsissimo ricambio di aria.

UPDATE ore 13.45 – Stando a quanto riferiscono i media austriaci il camion è rimasto parcheggiato per ore lungo una corsia dell'autostrada finché non è arrivata la polizia ed ha effettuato un controllo, scoprendo nel cassone i 50 cadaveri di profughi. Immediatamente sono scattate le ricerche del conducente, che dopo aver abbandonato il camion ha fatto perdere le sue tracce. Il Ministro degli Interni austriaco ha confermato la presenza "di un numero tra 20 e 50 vittime" parlando di "giorno buio per il paese". Il governo ha invocato la tolleranza zero "nei confronti dei trafficanti di esseri umani complici di questa tragedia".

Nuova tragedia dell'immigrazione, stavolta non su un barcone a largo della Libia bensì su un camion in Austria: a bordo di un tir parcheggiato lungo l'autostrada orientale A4, tra il Burgenland Neusiedl e Parndorf, sono stati trovati 50 migranti morti, molto probabilmente asfissiati all'interno del cassone. La notizia è stata diffusa dal quotidiano Krone.

Nel frattempo la rotta balcanica continua ad essere interessata da un massiccio numero di transiti e le previsioni delle Nazioni Unite, che nei giorni scorsi avevano parlato di 3mila passaggi al giorno attraverso la Serbia, hanno trovato piena conferma. Nelle ultime 24 ore infatti migliaia di migranti hanno raggiunto il confine con l'Ungheria, dove non è ancora stata ultimata la barriera metallica al confine che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe ostacolare in modo determinante il flusso migratorio.

Dall'inizio dell'anno oltre 140mila persone sono transitate da Budapest, più del doppio rispetto al 2014, e ciò ha convinto il premier Orban a schierare un massiccio numero di poliziotti alle frontiere in attesa che la barriera venga ultimata, prevedibilmente nel giro di qualche settimana. Oltre 2mila agenti sono stati inviati per dare supporto ai colleghi e potranno avvalersi anche di unità cinofile, cavalli ed elicotteri. Uno schieramento di forze dell'ordine incredibile, che potrebbe essere ulteriormente integrato con l'arrivo di soldati di leva, poco o per nulla addestrati ma considerati importanti nell'ostacolare il flusso migratorio.

E' convinzione del partito di Orban, di destra nazionalista, che i profughi siano intenzionati a raggiungere Budapest e che solo una parte di essi intenda proseguire il viaggio nel resto d'Europa. In realtà è proprio la costruzione del muro al confine tra Serbia e Ungheria a spingere migliaia e migliaia di rifugiarsi a raggiungere il paese nel più breve tempo possibile.

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