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Australia: vescovo della diocesi cattolica incriminato per pedofilia

Max Davis dovrà comparire davanti a un tribunale di Perth per rispondere di tre capi d’accusa di abusi su un minore di meno di 14 anni. I fatti risalirebbero alla fine degli anni Sessanta.
A cura di B. C.
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Il capo di una diocesi cattolica delle forze di Difesa australiane, il vescovo Max Davis, considerato il più alto prelato della chiesa cattolica australiana, è accusato di reati legati alla pedofilia risalenti al 1969. Secondo la polizia, il vescovo avrebbe abuso di un ragazzino di 13 anni, mentre era insegnante al Collegio di San Benedetto a New Norcia nel 1969. Il vescovo, che “nega con decisione” le imputazioni, dovrà rispondere delle accuse davanti ad un tribunale di Perth.  Secondo un comunicato dell'Ordinariato Militare Cattolico d'Australia, è autosospeso dalla posizione che occupa dal 2003, di membro cattolico del Comitato Consultivo Religioso delle forze di Difesa, mentre la causa viene trattata dai tribunali. La diocesi si difendere ricordano che i fatti risalgono a quando Davis non era ancora stato ordinato sacerdote.

L’inchiesta a carico del vescovo Davis è stata inaugurata nell’aprile 2013 quando il governo australiano ha chiesto una commissione nazionale d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni, fra cui la chiesa cattolica, alle denunce di abusi ai minori. Durante le indagini sono state ascoltate le testimonianze di circa cinque mila presunte vittime. L’inchiesta riguarderebbe le pesanti accuse di pedofilia che coinvolgono luoghi di culto, orfanotrofi, gruppi di comunità e scuole. Per dare un’idea della gravità numerica dei fatti, solo le sedi del Queensland e del New South Wales avrebbero raccolto ben 157 reclami per abusi sessuali, 130 delle quali sarebbero stati insabbiati dietro cospicui risarcimenti in denaro.

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