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Australia, sopravvive a morso di serpente dopo 6 giorni dispersa tra le montagne: “Fortunata ad essere viva”

È la storia di Lovisa Sjoberg, fotografa svedese di 48 anni, di cui sono state perse le tracce lunedì 21 ottobre tra i Monti Nevosi. Dopo ricerche a tappeto, è stata ritrovata disidratata e con un morso di serpente potenzialmente mortale.
A cura di Giovanni Turi
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A sinistra un serpente "copperhead"; a destra, Lovisa Sjoberg
A sinistra un serpente "copperhead"; a destra, Lovisa Sjoberg

Era dispersa da sei giorni, vagava tra i Monti Nevosi, catena montuosa con le vette più alte dell'Australia. Solo nel pomeriggio di domenica 27 ottobre è stata ritrovata disidratata, segnata da un morso di serpente e con una caviglia slogata.

Vedendola "stordita e ferita", i soccorritori hanno prestato immediate cure sul posto per poi trasportarla d'urgenza in ospedale, dove si trova in condizioni stabili. È la storia di Lovisa Sjoberg, fotografa svedese di 48 anni trasferitasi in Australia nel 2018, assidua frequentatrice del Parco nazionale Kosciuszko, a sud est dello stato del Nuovo Galles del Sud.

Luoghi in cui solitamente documenta i cavalli allo stato brado che pascolano sulle Alpi australiane. Eppure, lunedì 21 ottobre la società di autonoleggio cui aveva fatto riferimento ha lanciato l'allarme: la donna, che viaggiava da sola, era irreperibile, e la vettura non era stata restituita come d'accordi. L'ultimo avvistamento alla guida era stato martedì 15 ottobre alle ore 7. Mentre l'ultima volta in cui aveva parlato con un'altra persona risaliva a martedì 8 ottobre.

La polizia del Nuovo Galles del Sud è riuscita a ritrovare il mezzo, aperto e abbandonato, nelle vicinanze del tribunale di Kiandra, ex palazzo di giustizia adesso patrimonio culturale in una vecchia città mineraria dentro il Parco. Per poi pubblicare un appello pubblico per trovare la donna. Intanto, le ricerche proseguivano su vasta scala e su Facebook rimbalzavano post su post con richieste di aiuto per rintracciarla.

In campo c'erano cani da fiuto, vigili del fuoco, guardie del parco e un elicottero. L'area di riferimento è estesa tra i 15 e i 20 chilometri di lunghezza per 6 di larghezza. La preoccupazione tra i soccorritori imperava visto che non riuscivano a rintracciare la donna e le temperature notturne si assestavano perfino sotto gli zero gradi. Ma domenica pomeriggio, alle 16.50 locali, è arrivata la svolta: il ritrovamento lungo il sentiero del torrente Nungar nella città abbandonata di Kiandra.

Come raccontato dal comandante del distretto di polizia Monaro, Toby Lindsay, Sjoberg "vagava da giorni" e credeva di esser stata morsa da un serpente "copperhead" quattro giorni prima. Si tratta di una specie più timida che aggressiva, il cui veleno, però, ha una potente neurotossina e rischia di essere fatale senza un intervento medico tempestivo.

“È molto fortunata ad essere viva – ha commentato Lindsay -. ovviamente ha passato un momento duro”, ha detto il sovrintendente Lindsay, che poi ha aggiunto: adesso Sjoberg si trova in "condizioni ragionevoli" ed è "felice di essere viva".

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