Aumentano Paesi non invitati ai funerali della Regina: tutti i potenti non graditi a Buckingham Palace
A pochi giorni dai funerali di Stato della Regina Elisabetta II, aumenta la lista di Paesi "non graditi" alle esequie solenni nel cuore di Londra. I primi a non aver ricevuto l'invito sono Russia e Bielorussia, alleate nella guerra all'Ucraina. Secondo quanto riferito dalla BBC, sarebbero stati esclusi tutti i Paesi che sono stati sottoposti a sanzioni da parte dell'Occidente. Si tratterebbe di un'indicazione fornita dalla nuova premier conservatrice Liz Truss: tra gli ospiti indesiderati figurano anche il Myanmar, la Siria di Bashar al-Assad, l'Afghanistan dei talebani e il Venezuela di Nicolas Maduro.
A sorpresa non figura nell'elenco la Corea del Nord: a ricevere l'invito, però, sono stati solo gli ambasciatori. Presenti nella lista degli "amici" anche Iran e Nicaragua. Stupisce in particolare l'invito recapitato ai diplomatici iraniani: il Paese, infatti, non ha rapporti distesi con la Gran Bretagna e la televisione di Stato ha paragonato Elisabetta II ad Adolf Hitler poco dopo la sua morte. "Il suo decesso sarà una buona notizia per le persone oppresse" ha commentato in quell'occasione il conduttore di Channel 1.
A guidare il Regno Unito nella scelta sulle esclusioni, le continue violazioni dei diritti umani nei Paesi sulla lista nera. Bashar al-Assad, per esempio, è un valido alleato del presidente russo Vladimir Putin ed è stato accusato di aver utilizzato armi chimiche sul suo stesso popolo in almeno tre occasioni nel 2017.
L'Afghanistan, invece, è stata esclusa dopo il ritorno al potere dei talebani. Il nuovo governo viola i diritti delle donne e degli oppositori politici. Allo stesso modo il regime venezuelano di Nicolas Maduro è accusato di violenze, omicidi e arresti arbitrari operati dalle forze di sicurezza o da gruppi armati alleati.
Il Myanmar, invece, è stato uno dei primi Paesi ad essere escluso dall'evento a causa delle violenze nei confronti dei civili, le cui rivolte sono soppresse nel sangue, e nei confronti degli attivisti.