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Covid 19

Aumentano i casi di variante indiana nel Regno Unito: perché dobbiamo preoccuparci anche in Italia

In UK i casi di variante indiana sono passati da 202 a 520 in una settimana. Per questo motivo la pericolosa mutazione del Covid potrebbe mettere a rischio la data di fine lockdown prevista per il 21 giugno. Anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) consiglia cautela nell’allentamento delle misure relative ai viaggi. Anche e soprattuto perché ci sono ancora troppe poche informazioni sia per quanto riguarda la trasmissibilità, sia per la gravità della malattia provocata sia per una eventuale resistenza al vaccino anti-Coronavirus.
A cura di Biagio Chiariello
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La variante indiana del Covid si sta diffondendo sempre più in Europa, come confermato ieri nell'ultimo rapporto pubblicato dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). La mutazione del virus potrebbe avere capacità di trasmissione simile a quella inglese, in particolare il suo sotto lignaggio B.1.617.2, in pratica una sotto variante del ceppo B.1.617. A dirlo sono alcuni dati provenienti dall’India, ma soprattutto dal Regno Unito, dove le varianti sono ben monitorate e i sequenziamenti strutturali. E proprio gli inglesi ora starebbero pensando di rinviare l'uscita definitiva dal lockdown, programmata per il 21 giugno, come sostiene un componente del Sage, il comitato scientifico britannico che assiste il governo di Boris Johnson.

Apprensione in Regno Unito

Secondo l'analisi di Duncan Robertson, professore di analisi delle politiche e della strategia alla Loughborough University inglese, basata su dati del PHE del 7 maggio, si nota come negli ultimi sette giorni la variante indiana ha rappresentata il 4,4% dei casi di varianti in UK (escludendo l’inglese che è la prima e dominante nel Paese). La settimana prima, la B.1.617.2 rappresentava circa il 2,3% dei casi, che sono saliti da 202 a 52. Numeri che tengono in apprensione il governo Johnson. Lo stesso primo ministro, pur confermando per ora la data del 21 giugno come ultima tappa per le riaperture, ha sottolineato ieri in Parlamento che serve cautela al riguardo. "Le mutazioni del virus non vanno prese sotto gamba" e il Covid "non ha nulla a che fare con un'influenza ordinaria", ha ricordato il premier inglese ai deputati.

L'ECDC predica "cautela per allentamento misure"

Ieri l'ECDC ha pubblicato un aggiornamento in merito: "Nell’Ue vi sono indicazioni che la frequenza di rilevamento di entrambe le linee B.1.617.1 e B.1.617.2 è in aumento. I lignaggi attualmente descritti come B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3 hanno profili di mutazione distinti e richiedono una valutazione individuale». ECDC classifica queste varianti come «di interesse" e non "di preoccupazione", specificando che i dati riguardo alla loro trasmissibilità, gravità della malattia e potenziale di fuga immunitaria rispetto ad altre varianti sono ancora limitati, ma invita a maggiore attenzione nel sequenziamento e consiglia "cautela nell’allentamento delle attuali misure non farmaceutiche, comprese quelle relative ai viaggi, dato che la copertura del vaccino anti Covid rimane a livelli bassi in tutti i Paesi dell’UE / SEE".

La variante indiana in Italia

I casi di variante indiana registrati attualmente in Italia sono molto pochi. L'ultimo è stato segnalato nel comune di Sabaudia, in Lazio, "all’interno della microzona rossa. Il cittadino è attualmente in quarantena vigilata dalla Asl di Latina".  Lo ha comunicato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Oltre allo stesso Lazio, con gli oltre ottanta a86 i positivi tra gli oltre 200 passeggeri atterrato a Fiumicino da Nuova Delhi, le altre regioni dove la mutazione ha attecchito sono il Veneto e la Puglia.

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