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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Attivista stuprata in carcere dai talebani in Afghanistan: il video usato come ricatto dal regime

Un’attivista per i diritti umani fuggita dall’Afghanistan ha raccontato di essere stata violentata in un carcere da alcuni talebani armati. Il filmato sarebbe poi stato usato dai miliziani come strumento di ricatto.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un filmato girato con un cellulare in un carcere in Afghanistan mostra uno stupro di gruppo ai danni di un'attivista per i diritti umani perpetrato da un gruppo di uomini armati talebani.

A visionare il filmato e a diffondere la notizia è stato il Guardian, che ha raccontato di diverse segnalazioni di violenze sessuali e torture perpetrate su donne e ragazze detenute nelle carceri talebane. Il filmato degli abusi sarebbe la prima evidenza diretta in possesso dei media.

Secondo l'attivista, il filmato le sarebbe stato inviato dagli aguzzini come minaccia per impedirle di parlare ancora del regime talebano e dei suoi crimini.

In caso contrario, il video sarebbe stato ulteriormente diffuso. Nel filmato, la giovane è costretta a togliersi i vestiti sotto la minaccia delle armi e viene successivamente violentata più volte da due uomini.

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L'aggressione è stata registrata con il cellulare da uno dei violentatori e nel filmato, secondo quanto scrive il Guardian, la vittima cerca di coprirsi il volto con le mani. "Siete stati fregati dagli americani per tutti questi anni – grida uno degli aggressori prima della violenza -. Ora tocca a noi".

L'attivista ha spiegato di essere stata arrestata per aver preso parte a una protesta contro il regime. Dopo essere stata violentata nella prigione afghana, la donna sarebbe riuscita a fuggire all'estero.

Una volta uscita dall'Afghanistan, l'attivista si è espressa pubblicamente contro i crimini dei talebani e poco dopo ha ricevuto il video dell'abuso sul cellulare. Gli aggressori le hanno detto che se avesse continuato a criticare il regime, il video sarebbe stato inviato alla famiglia e perfino pubblicato sui social.

Donne protestano in Afghanistan
Donne protestano in Afghanistan

Per l'attivista, la violenza sarebbe stata deliberatamente registrata per essere usata come arma di ricatto. Il Guardian ha pubblicato numerosi racconti di adolescenti e giovani donne aggredite sessualmente e picchiate dopo essere state fermate durante le proteste o per "non aver rispettato" le leggi sull'hijab.

Inoltre, il corpo di una ragazza sarebbe stato trovato in un canale poche settimane dopo essere stata arrestata dai talebani.

Secondo le Nazioni Unite e il suo relatore speciale per la situazione in Afghanistan, sarebbero tantissime le donne che sono state vittima di violenza sessuale durante la detenzione. Dall'agosto del 2021, quando i talebani sono tornati al potere, hanno imposto alle donne leggi molto rigide definite dai gruppi per la difesa dei diritti umani "apartheid di genere".

Circa 14 milioni di donne  sono state escluse da ogni aspetto della vita pubblica: le ragazze non possono frequentare la scuola, le palestre, i saloni di bellezza, svolgere qualsiasi forma di lavoro e perfino camminare da sole nei parchi. I talebani hanno annunciato anche la reintroduzione della fustigazione pubblica e della lapidazione in caso di adulterio.

Foto: Paula Bronstein/Getty Images)
Foto: Paula Bronstein/Getty Images)

La testata ha raccolto le storie di diverse donne che hanno raccontato di essere state arrestate senza motivo e di essere state picchiate, torturate o violentate. "Mi hanno sottoposto a scosse elettriche – ha raccontato una 30enne fermata durante una manifestazione per le donne – e colpito con cavi su diverse parti del corpo. Volevano che dicessi di aver preso soldi dall'Occidente per organizzare le proteste".

Anche Parwana, una giovane di 23 anni, ha dichiarato di essere stata picchiata e sottoposta a scosse elettriche dopo l'arresto. "Ho trascorso un mese in isolamento e più volte li ho sentiti dire che avrebbero dovuto uccidermi" ha spiegato. La giovane è stata rilasciata dopo una confessione forzata.

Il portavoce dei talebani, Zabhullah Mujahid, ha negato le accuse di aggressioni sessuali sulle donne in carcere. Alcuni funzionari del regime afghano hanno preso parte a un incontro speciale sull'Afghanistan ospitato dall'Onu a Doha per discutere il futuro del paese.

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