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“Attentatore San Pietroburgo kamikaze a sua insaputa”, forse fatto esplodere dai complici

Gli investigatori stanno esaminando la versione secondo cui Akbarzhon Jalilov, il presunto autore dell’attentato alla metro di San Pietroburgo, non intendeva farsi esplodere ma sarebbe stato ridotto a bomba ambulante dai suoi complici.
A cura di Susanna Picone
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 Akbarzhon Jalilov, il presunto autore dell’attentato alla metro di San Pietroburgo di lunedì, forse non intendeva farsi esplodere ma potrebbe essere stato ridotto a bomba ambulante dai suoi complici. Insomma un kamikaze “a sua insaputa”. Su questa versione stanno indagando gli investigatori russi secondo quanto riporta Interfax, che cita una fonte vicina alle indagini. Secondo questa fonte “molti indizi indicano che avrebbe dovuto solo piazzare gli ordigni, innescati poi da una telefonata”. “Ci sono molti indizi a favore della versione che il presunto kamikaze probabilmente non intendeva farsi esplodere ma avrebbe dovuto invece piazzare le bombe in due luoghi della metro e poi fuggire. Ma i suoi complici hanno preso un’altra decisione e lo hanno usato a sua insaputa”, è quanto avrebbe detto la fonte.

“Comportamento Jalilov non rientra nello scenario dell’attentatore suicida” – Da quanto emerso finora, le indagini non hanno dato indicazioni agli investigatori che Jalilov fosse un “kamikaze classico”. “Il suo comportamento, nonché il fatto che fosse stato radicalizzato da poco, non rientra nello scenario dell'attentatore suicida, questa categoria di persone, infatti, viene preparata appositamente e a lungo – è quanto ha detto una fonte vicina agli investigatori -. Non è dunque da escludere che il suo compito fosse quello di preparare le bombe artigianali e di piazzarle nei luoghi convenuti: gli ordigni sarebbero poi dovuti essere attivati a distanza con una telefonata di cellulare”.

Trovati contatti Jalilov – Il Comitato investigativo russo ha reso noto intanto che nel quadro delle attività degli investigatori russi “sono stati identificati alcuni cittadini delle repubbliche dell'Asia centrale che avevano avuto contatti” col presunto attentatore. Secondo il Comitato, nel corso delle perquisizioni nell'appartamento dove vivevano queste persone sono stati trovati oggetti che hanno importanza per le indagini che sono stati sequestrati e mandati a un esame.

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