Attentato Istanbul, arrestati 46 sospettati. Erdogan accusa il Pkk: “Sostenuti dall’Occidente”
Sono 46 le persone arrestate in seguito all'attentato avvenuto in strada a Istanbul nel pomeriggio di ieri, domenica 13 novembre. Il ministro dell'Interno turco Suleyman Soylu ha puntato il dito contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), accusandolo di aver orchestrato l'attacco che ieri ha ucciso almeno 6 persone e ferito altri 81 civili.
In queste ore, il Pkk ha respinto le accuse riguardanti l'attentato di Istanbul. L'organizzazione ha negato qualunque responsabilità nell'esplosione che ieri ha sconvolto la Turchia. "Porgiamo le nostre condoglianze ai parenti delle vittime – fanno sapere in una dichiarazione rilasciata a ANFNEWS – e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. Non abbiamo nulla a che fare con quanto successo, è risaputo dall'opinione pubblica che non prenderemmo mai di mira i civili. Siamo un movimento che conduce una lotta retta e legittima per la libertà. Prendere di mira la popolazione è fuori discussione".
Analoga presa di posizione anche da parte dell'Ypg, ala militare del Comitato Supremo curdo e milizia che ha combattuto nelle regioni a maggioranza curda nel nord della Siria. "Ieri, la città di Istanbul ha assistito a un'esplosione terroristica nel bel mezzo di Istiklal Street, uccidendo civili disarmati. I turchi hanno subito puntato il dito contro le nostre forze e hanno iniziato a far circolare una ricostruzione fittizia e irrealistica per dimostrare la loro falsa affermazione. Neghiamo categoricamente ogni legame con Ahlam al-Bashir, l'autrice dell'attacco terroristico. Il mondo conosce il modo in cui le nostre forze combattono e difendono i diritti del nostro popolo, combattono il terrorismo e denunciano qualsiasi operazione mirata ai civili. Il lavoro delle nostre forze si basa sulla democrazia, sui diritti umani e delle donne, sulla lotta contro il terrorismo e le dittature" spigano, accusano Erdogan di cercare un pretesto per attaccare i curdi.
Esplosione a Istanbul, arrestata la presunta attentatrice
Le forze dell'ordine hanno annunciato di aver fermato 46 di sospettati, tra cui l'esecutrice materiale dell'esplosione. L'attentatrice si chiama Ahlam Albashir e sarebbe entrata in Turchia dalla Siria secondo Ankara. Tutte le persone fermate sarebbero legate al Pkk e all'Unità di Protezione Popolare YPG.
Stando a quanto reso noto, la donna arrestata sarebbe entrata illegalmente nel Paese per compiere l'attentato dalla regione di Afrin nel nord della Siria. Dopo l'attacco, la donna avrebbe cercato di fuggire in Grecia. Ahlam Albashir avrebbe confessato durante l'interrogatorio.
Il governo di Recep Tayyip Erdogan non ha perso l'occasione di accusare anche l'occidente, sostenendo che gli attacchi terroristici contro i civili siano "conseguenze dirette o indirette del sostegno di alcuni Paesi esteri alle organizzazioni terroristiche". A dirlo è stato il direttore delle comunicazioni del presidente turco, Fahrettin Altun.
"Penso che le condoglianze dell'America siano come l'assassino che arriva per primo sul luogo del delitto – ha sottolineato il ministro dell'Interno turco alludendo al sostegno Usa al Pkk e all'Unità di Protezione Popolare, milizia presente nel nord della Siria
Chi sono le vittime dell'attentato di Istanbul
Non vi sarebbero invece cittadini stranieri tra le vittime dell'attentato avvenuto nel pomeriggio di ieri: tutte le persone decedute nell'esplosione e quelle ricoverate in ospedale sarebbero turchi. Delle 81 persone rimaste ferite, 50 sono state dimesse mentre altre 31 restano in gravi condizioni.
La ricostruzione dell'attentato
La dinamica dei fatti non è ancora stata ricostruita con esattezza, ma i dettagli aumentano con il passare delle ore: secondo quanto appreso finora, l'esplosione sarebbe stata causata da uno zaino abbandonato su una panchina. Stando alle immagini delle telecamere di sorveglianza sulla strada, una donna ha atteso per circa 40 minuti seduta su una panchina e poi è andata via, abbandonando la borsa. Circa un minuto dopo si è verificata l'esplosione. L'ipotesi è che la bomba possa essere stata azionata a distanza.