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Attentato in Turchia, il post su Facebook: “Siete stati Charlie, perché non siete Ankara?”

Un cittadino inglese ha scritto un lungo post su facebook: “È stato molto facile guardare con terrore agli attacchi avvenuti a Londra, a New York, a Parigi e provare dolore e tristezza per quelle vittime. E allora perché non è lo stesso per Ankara?”.
A cura di Davide Falcioni
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A poche ore dall'attentato di Ankara, che ha provocato la morte di 37 persone e il ferimento di 125, la Turchia vive ancora nel terrore e – come era accaduto già con l'attacco del 13 novembre a Parigi – in migliaia hanno riversato sui social network la loro rabbia, il senso di impotenza, l'incredulità di fronte ad attentati che non  risparmiano le vite di innocenti. In attesa di conoscere gli autori dell'attacco, non ancora rivendicato da nessuna organizzazione, il premier Ahmet Davoutoglu sembra sicuro che i responsabili siano militanti del PKK. “Dai primi rilevamenti compiuti – ha confermato un funzionario dei servizi di sicurezza – si evince che l’attacco ad Ankara è stato opera del Pkk o da un gruppo ad esso affiliato”. In realtà però è ancora presto per dirlo e si attendono i risultati di un'inchiesta.

In attesa di scoprire la matrice dell'attacco James Taylor, un cittadino inglese che da tempo vive proprio in Turchia, ha affidato a Facebook un lungo post: "È stato molto facile guardare con terrore agli attacchi avvenuti a Londra, a New York, a Parigi e provare dolore e tristezza per quelle vittime. E allora perché non è lo stesso per Ankara?". Secondo l'uomo gli attacchi di ieri nella capitale turca non stanno suscitando la stessa emozione di quelli contro altre capitali europee. "Se non credete che gli attacchi ad Ankara vi riguardino o se non potete provare lo stesso dolore che avete sentito durante gli attacchi di Londra o Parigi allora forse dovreste fermarvi a chiedervi perché". L'uomo, in un lungo post condiviso da oltre 50mila  persone, ha scritto: "L'esplosione di questa sera è avvenuta in una delle parti più affollate del centro della città, accanto a moltissime fermate dove la gente aspettava l'autobus per tornare a casa, dopo una notte fuori, e sedeva al parco rilassandosi e bevendo tè."

Secondo James Taylor, che si rivolge direttamente ai suoi amici inglesi, l'esplosione di ieri "è l'equivalente di una bomba fuori da Debenhams a Northampton (un grande centro commerciale ndr) oppure sulla New Street di Birmingham o a Piccadilly Circus a Londra". "Riuscite a immaginarvi lì? – continua l'uomo – Riuscite a immaginare che il luogo in cui passate a piedi ogni giorno, che la vostra solita fermata dell'autobus, che la strada attraversata abitualmente vengano distrutti?". "Riuscite a immagine le vittime? I ragazzi che stavano prendendo l'autobus per andare a casa, i nonni che camminavano nella città, la gente che aspettava un taxi dopo una lunga giornata passata a ridere sotto il sole. Ora immaginare che fossero inglesi e che questo attacco fosse avvenuto in Inghilterra. Se queste persone fossero quelle che vedete ogni giorno andando al lavoro, persone normali, felici, esattamente come voi e me? Famiglie, poliziotti, studenti, artisti, coppie. I vostri amici, forse. Queste persone non sono diverse. Semplicemente, queste persone erano casualmente turchi. Contrariamente a ciò che la gente pensa – continua Taylor – la Turchia non è Medio Oriente. Ankara non è una zona di guerra, è una normale città moderna, proprio come qualsiasi altra capitale europea. E Kizilay ne è proprio il cuore, il centro".

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