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Attentato di Dacca: chi erano le vittime italiane

Quasi tutte lavoravano nel settore tessile. Ecco chi erano le vittime del brutale attentato di Dacca, in Bangladesh.
A cura di Davide Falcioni
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Chi sono gli italiani vittime dell'attentato di Dacca
Chi sono gli italiani vittime dell'attentato di Dacca.

La Farnesina ha reso noti i nomi degli italiani deceduti nell'attacco terroristico di questa notte a Dacca, rivendicato dall'Isis: si tratta di Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. In tutto, dunque, ne sono nove: un gruppo di miliziani dello Stato islamico è entrato in un ristorante del quartiere diplomatico della città, facendo una vera e propria strage. Ecco chi sono i nostri connazionali che hanno perso la vita in Bangladesh.

Nadia Benedetti, Viterbo

Nadia Benedetti
Nadia Benedetti, tra le vittime italiane a Dacca.

"Ormai abbiamo perso anche l'ultima speranza: mia zia, Nadia Benedetti, è stata brutalmente uccisa nell'attentato in Bangladesh di ieri. Non c'è più: non la rivedremo più, non parleremo, non commenteremo i colori delle magliette da produrre, mio padre non la andrà più a prendere all'aeroporto, non andremo a cantare insieme come ci eravamo ripromesse". E' l'incipit del commovente post pubblicato su Facebook da Giulia Benedetti, nipote di una delle vittime italiane dell'attentato terroristico di Dacca, in Bangladesh. La Benedetti, 52 anni e nubile, lavorava nel settore tessile e dell'abbigliamento e aveva un'impresa nel paese asiatico. Era, infatti, managing director della succursale locale della StudioTex, un'azienda londinese. La sua famiglia era stata scossa da un altro lutto qualche anno fa, quando la sorella si era tolta la vita.

Cristian Rossi, Udine

Cristian Rossi
Cristian Rossi. Lascia la moglie e due figlie di tre anni.

Tra le vittime della tragedia anche Cristian Rossi, un uomo di 47 anni di Feletto Umberto (Udine), ex dirigente della grande catena Bernardi, che ora lavorava come consulente per aziende italiane di abbigliamento, fungendo da intermediario tra l'Italia. Doveva rientrare a casa il weekend successivo alla strage. Il friulano lascia la moglie e due figlie gemelle di soli tre anni: la donna ha ricevuto la terribile chiamata dai funzionari della Farnesina questa mattina: i diplomatici del Ministero degli Esteri le hanno fatto sapere che c'era anche Cristian tra le vittime dell'attacco. I suoi colleghi lo ricordano come un uomo estremamente preciso e competente.

Marco Tondat, Pordenone

Marco Tondat
Marco Tondat e il suo amore per la figlia Eleonora.

Morto a Dacca anche Marco Tondat, 39 anni e imprenditore del comparto tessile, originario di Cordovado, in provincia di Pordenone. L'uomo lavorava per lo StudioTex ed era padre di una bambina di sei anni, Eleonora, a cui aveva promesso una vacanza indimenticabile la prossima estate. Da circa un anno svolgeva attività lavorativa in Bangladesh.Era separato e in Italia aveva trovato soltanto delle occupazioni stagionali che l'avevano costretto a guardare altrove. L'uomo si sarebbe trovato insieme a Cristian Ross all'interno dell'Holey Artistan Bakery, il locale assaltato dai jihadisti.

Adele Puglisi, Catania

Adele Puglisi
Adele Puglisi, la manager di Artsana

Adele Puglisi, 54 anni, di Catania, era un'imprenditrice del settore dell'abbigliamento. Lavorava in Bangladesh dal 2014 come manager di Artsana. Amante dei viaggi, prima di trasferirsi a Dacca, era stata in Sri Lanka e in altri paesi del Sud Est asiatico. Tornava a casa d'estate, per trascorrere le vacanze insieme al fratello Matteo, che dopo aver appreso la notizia della sua scomparsa, pare abbia avuto un malore. La donna, stando a quanto riferisce il quotidiano La Sicilia, lavorava molto con l'Asia e proprio la mattina successiva all'attentato avrebbe dovuto fare rientro in Italia.

Simona Monti, Rieti

Simona Monti
Simona Monti era incinta al momento dell'attentato.

Simona Monti, 33 anni, era originaria della provincia di Rieti ma da tempo viveva in Bangladesgh. Appassionata di lingue e culture orientali, lavorava come consulente di un'azienda tessile. La giovane era a cena con un gruppo di imprenditori e colleghi nel ristorante preso d'assalto. Insieme a lei, è morto anche il bambino che portava in grembo, troppo piccolo persino per conoscerne i sesso. Subito dopo l'attentato, la famiglia si è recata a Roma per cercare di capire se la ragazza fosse stata coinvolta nell'attacco. Il fratello, un sacerdote della diocesi di Avellino, ha raccontato del desiderio della ragazza di terminare la gravidanza insieme ai suoi cari, per questo sarebbe dovuta partire alla volta dell'Italia poche ore dopo la strage.

Claudia Maria D'Antona, Torino

Claudia Maria D'Antona
Claudia Maria D'Antona in quel ristorante di Dacca non doveva esserci.

Claudia Maria D'Antona era una donna torinese e lavorava come managing director della Fedo Trading, società italiana del tessile operante in Bangladesh da oltre 14 anni. Sarebbe la moglie e socia in affari di Gianni Boschetti, uno dei sopravvissuti all’attacco terroristico. Insieme avevano vissuto a Dacca per oltre dieci anni, dove è stato celebrato anche il loro matrimonio due anni fa. Doveva tornare in Italia qualche giorno fa, ma per una pura casualità aveva deciso di posticipare il volo che l'avrebbe riportata a Torino.

Maria Riboli, Bergamo

Maria Riboli
Maria Riboli, tra le prime vittime a finire tra le mani dell'Isis.

Maria Riboli, mamma di una bimba di 3 anni, viveva in giro per il mondo. Lavorava in un'impresa che si occupa di abbigliamento e per conto della quale si trovava a Dacca. Bergamasca, avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 3 settembre. Faceva sempre viaggi brevi per poter ritornare il primo possibile dalla sua piccola. La sua famiglia è originaria di Borgo di Terzo, piccolo centro della valle Cavallina. Dopo il matrimonio nel 2006 si era trasferita con il marito Simone Codara a Solza, paese di duemila abitanti dell'Isola bergamasca. Sarebbe stata tra le prime vittime dell'assalto dei miliziani dell'Isis.

Vincenzo D’Allestro, Napoli

Vincenzo D’Allestro
Vincenzo D’Allestro era arrivato a Dacca il giorno della strage.

Vincenzo D'Allestro, 46 anni, casertano di nascita, era un imprenditore tessile che viveva in una palazzina rosa di quattro piani ad Acerra (Napoli) con la moglie Maria Gaudio. Secondo quanto si appreso da alcuni condomini l'imprenditore era quasi sempre fuori per lavoro. Da circa sette anni viaggiava in Bangladesh per curare gli affari della ditta. Era arrivato a Dacca proprio quel maledetto venerdì, in cui un commando di miliziani dell'Isis ha commesso un attentato in un ristorante della città.

Claudio Cappelli, Monza e Brianza

Claudio Cappelli
Claudio Cappelli, lascia la moglie e la figlia di 6 anni.

Claudio Cappelli, 45enne di Vedano al Lambro (Monza e Brianza), aveva una impresa nel settore tessile che produceva t-shirt, magliette, abbigliamento in genere e anche intimo. “Diceva di avere avuto una esperienza positiva e di essere contentissimo. Era da più di 5 anni impegnato in questa ‘avventura'. Era entusiasta e diceva che era un Paese dove si poteva lavorare molto bene”, così lo ha ricordato con dolore il console generale onorario del Bangladesh in Veneto, l'avvocato Gianalberto Scarpa Basteri. Lascia la moglie, figlia del proprietario dei Fratelli Beretta Salumi, e una figlia di 6 anni. La sorella si è sfogata con la stampa italiana definendo gli attentatori "infami maledetti assassini".

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