Attentato a Dacca: una cena di lavoro tra imprenditori italiani nel mirino dei terroristi?
Con il passare delle ore iniziano a emergere nuovi dettagli sull'attentato terroristico della scorsa notte a Dacca, capitale del Bangladesh, costato la vita finora a 20 persone, di cui nove italiani (la notizia di un decimo disperso è stata poi rettificata dalla Farnesina). Una delle circostanze che più colpisce della strage è che le vittime italiane fossero per lo più attive nel settore dell'abbigliamento: si tratta nella maggior parte dei casi di imprenditori o dipendenti di imprese tessili. Nonostante il paese del Sud-Est asiatico sia particolarmente attrattivo per chi lavora nel settore (per via della manodopera a basso prezzo e per la produzione di stoffe pregiate), tra i tanti aspetti ancora da chiarire della strage jihadista c'è anche questa circostanza.
Un altro aspetto da chiarire è se gli italiani presenti venerdì sera all'Holey Artisan Bakery, nel quartiere diplomatico di Gulshan, si trovassero lì per una cena di lavoro o semplicemente per caso. Una fonte dell'ambasciata italiana a Dacca, ascoltata al telefono da Fanpage.it, non è stata in grado di chiarire quest'aspetto: "Non sappiamo ancora se si trattasse di una cena di lavoro o se gli italiani si fossero ritrovati per passare una serata tra amici". Potrebbe trattarsi di un dettaglio secondario, ma niente in questo momento può essere tralasciato. Potrebbe essere interessante per la procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta sull'attentato, capire se, nel caso in cui si sia trattato di una cena programmata, qualcuno possa esserne stato a conoscenza. La forte incidenza di vittime italiane sul totale è, purtroppo, un elemento su cui riflettere.
I connazionali a quanto pare erano divisi in due tavolate: in uno dei tavoli si trovava l'imprenditore Gianni Boschetti, sopravvissuto all'assalto perché ha ricevuto una telefonata che lo ha portato fuori dal locale. Nell'altro tavolo, secondo le prime indiscrezioni riportate dallo stesso Boschetti, ci sarebbero stati molti connazionali che si conoscevano tra di loro. D'altronde, è ormai stata ricostruita l'amicizia che legava tra loro l'imprenditrice viterbese Nadia Benedetti e la catanese Adele Puglisi. Così come è emerso che un'altra vittima, Simona Monti (che aveva da poco scoperto di essere incinta) fosse una dipendente dell'azienda tessile di Nadia Benedetti. A questo punto dunque le domande sono due: gli italiani all'Holey Artisan Bakery avevano pianificato la cena lì, o hanno scelto il locale solo perché punto di ritrovo abituale degli italiani a Dacca? La testimonianza di una cooperante di una onlus, riportata da Tgcom24, sembra avvallare questa seconda ipotesi. Ma la fonte dell'ambasciata italiana a Dacca, che si trova nella capitale del Bangladesh ormai da diversi mesi, ha affermato di non essere mai stata nel ristorante teatro della strage. Il locale non era dunque noto ai diplomatici italiani nonostante fosse vicino all'Ambasciata. Resta, dunque, il mistero sull'obiettivo scelto dai terroristi islamici per la loro carneficina.