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Conflitto Israelo-Palestinese

Attacco israeliano su campo profughi di Jabalia: “Bimbi in ospedale con ferite profonde e ustioni”

La nota di Medici senza Frontiere dopo l’attacco al campo profughi di Jabalia a Gaza: “Alcuni bambini sono arrivati in ospedale con ferite profonde e gravi ustioni. Sono arrivati senza le loro famiglie. Molti gridavano e chiedevano dei loro genitori”.
A cura di Susanna Picone
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"Violenza insensata". È di quanto parla questa sera Medici Senza Frontiere in seguito all'attacco israeliano al campo profughi di Jabalia, a Gaza. L'organizzazione si è detta "inorridita" dalle notizie provenienti dal campo e denuncia appunto "l'ultimo episodio di violenza insensata".

"Dopo l'attacco, molti feriti sono arrivati all'ospedale di Al Shifa, dove le nostre équipe hanno contribuito a fornire cure di emergenza", si legge in una nota. "Alcuni bambini piccoli sono arrivati in ospedale con ferite profonde e gravi ustioni. Sono venuti senza le loro famiglie. Molti urlavano e chiedevano dei loro genitori. Sono rimasto con loro fino a quando non siamo riusciti a trovare un posto, perché l'ospedale era pieno di pazienti", la testimonianza di Mohammed Hawajreh, un infermiere di MSF.

"Msf condanna quest'ultimo episodio di violenza insensato e ribadisce l'appello per un cessate il fuoco immediato per evitare altre morti nella Striscia di Gaza", conclude l’organizzazione.

Si registrano scontri feroci nella Striscia di Gaza tra le forze israeliane e le milizie di Hamas. Nel campo profughi di Jabalia le vittime sarebbero decine e centinaia i feriti. Almeno 145 i morti provocati dal bombardamento secondo le ultime cifre diffuse da fonti sanitarie.

Mohammad Al Aswad si trovava a soli 100 metri dal campo profughi nel nord di Gaza quando è avvenuto l'attacco. "Sono corso come un matto nella zona. Ho trovato la mia famiglia al sicuro, ma la scena era orribile", ha detto alla CNN al telefono dalla Striscia di Gaza. "Bambini trasportavano altri bambini feriti e correvano tra le macerie. Alcuni perdevano sangue e altri erano bruciati", ha aggiunto. Secondo la testimonianza, oltre 40 case sono state completamente distrutte.

Nel raid le forze israeliane sostengono di aver eliminato il comandante del battaglione centrale di Hamas a Jabalia, Ibrahim Biari, considerato tra i responsabili dell'attacco del 7 ottobre, e numerosi altri miliziani. Notizia falsa secondo Hamas, che sostiene che il governo israeliano stia cercando "di giustificare il suo crimine atroce contro civili, bambini e donne al sicuro nel campo".

Il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, è tornato intanto ad accusare Hamas di costruire "intenzionalmente infrastrutture terroristiche sotto le case" dei civili.

Altre vittime si registrano nel campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia. Dopo aver denunciato le stragi, Hamas si è rivolta nuovamente ai Paesi arabi e musulmani chiedendo di prendere "posizione decisa per fermare i massacri commessi da Israele" e attaccando i governi che "tollerano i massacri dell'occupante sionista". Fatah ha invece reagito proclamando una "Giornata della rabbia" nel nord della Cisgiordania.

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