Attacco Iran, tutti illesi i militari italiani in Iraq. Ecco dove opera il nostro esercito
Teheran ha lanciato nella notte l'operazione Soleimani Martire: una pioggia di missili balistici si è abbattuta su due basi in Iraq che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione internazionale, tra cui militari italiani. Tra gli obiettivi dell'attacco missilistico dell'Iran la base Ayn al-Asad, nella provincia di Al Anbar, ed Erbil, nel Kurdistan iracheno, dove sono dislocati circa 400 militari italiani inquadrati nella Task Force Land. Nessuno degli uomini del nostro esercito risulterebbe ferito: i militari hanno avuto il tempo di rifugiarsi in un bunker e sarebbero tutti illesi dopo quella che è la prima rappresaglia iraniana per l’uccisione del generale Qassem Soleimani, avvenuta il 3 gennaio in un raid aereo Usa.
Esercito italiano in Iraq: quanti sono e che compiti svolgono i nostri militari
Il contingente italiano in Iraq è composto da circa 1000 uomini e donne dell’esercito. L'addestramento delle Forze di Sicurezza curde (Peshmerga) ed irachene si svolge principalmente nelle sedi di Erbil (Kurdistan) e Baghdad. Ad Erbil, nel nord del Paese mediorientale, l'attività viene svolta da personale dell’Esercito inquadrato nella Task Force Land, costituita a gennaio 2015 ed inserita nel Kurdistan Training Coordination Center (Ktcc), il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all'Italia e alla Germania. Ad esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia). L'Italia impiega al momento circa 350 militari, di cui 120 istruttori. I corsi che vengono svolti a favore dei peshmerga sono: formazione basica di fanteria; addestramento all'uso del sistema controcarro Folgore, addestramento all'uso dei mortai e dell'artiglieria, corso per tiratori scelti, primo soccorso, counter Ied (Improvised Explosive Device, ossia un ordigno esplosivo improvvisato).
A Baghdad e a Kirkuk sono presenti uomini delle Forze speciali (appartenenti a tutte le Forze Armate), che addestrano i militari iracheni e le forze speciali di sicurezza curde nell'antiterrorismo (Cts, Counter Terrorism Service). Dalla fine di giugno 2015, inoltre, è attiva nella capitale irachena la Police Task Force Iraq, di circa 90 unità con il compito di addestrare gli agenti della Iraqi Federal Police destinati ad operare nei territori liberati, evitando il pericoloso vuoto di potere che segue la fase dei combattimenti. Infine, il Governo ha reso disponibile, nel Kurdistan Iracheno, la Task Group "Griffon", che opera a favore di personale della Coalizione con compiti di trasporto.
L'esercito italiano è parte della Coalizione internazionale contro l'Isis
L’Italia prende parte alla Coalizione multinazionale (che attualmente annovera 79 Paesi e 5 Organizzazioni internazionali partecipanti) contro i terroristi dell’Isis operanti in Iraq e Siria. Sono circa un migliaio i soldati italiani impiegati nella missione internazionale “Prima Parthica-Inherent Resolve”, attive dal 14 ottobre 2014 per contrastare Daesh (acronimo in arabo del sedicente Stato Islamico). Di stanza a Baghdad e Erbil, in Iraq e in Kuwait. Il contributo dell'Esercito prevede, inoltre, un dispositivo di circa 250 unità che si occupano della logistica e dell’amministrazione.
Le forze dei vari Paesi che aderisco alla Coalizione guidata dagli Usa stanno operando ai sensi dell’Art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, nonché delle Risoluzioni n. 2170 del 15 agosto 2014 e n. 2178 del 27 settembre 2014, dopo la richiesta di soccorso presentata il 20 settembre 2014 dal rappresentante permanente dell'Iraq presso l'Onu al Presidente del Consiglio di Sicurezza. A seguito delle decisioni assunte al summit di Varsavia del 2016, inoltre, la Nato, partner della Coalizione anti-Isis, ha avviato iniziative di training e capacity building (addestramento e sviluppo delle capacità delle forze di sicurezza irachene). L'Alleanza Atlantica, in stretto coordinamento con la Coalizione, ha il compito di fornire il proprio contributo a favore della controparte irachena anche in virtù dell’evolversi della campagna condotta dalla Coalizione stessa. L'attuale contributo dell'Italia prevede un impiego massimo di 12 militari dislocati nella capitale Baghdad.
Stato Maggiore della Difesa: "No ritiro, solo parziale ridislocazione al di fuori di Baghdad"
Lo Stato Maggiore della Difesa ha fatto sapere che la missione italiana va avanti e non ci sarà nessun ritiro delle nostre truppe dall'Iraq. “La pausa delle attività addestrative e l’eventuale ridislocazione dei militari italiani dalle zone di operazione irachene – si legge in una nota – rientra nei piani di contingenza per la salvaguardia del personale impiegato. Non rappresentano una interruzione della missione e degli impegni presi con la coalizione ma sono solo dipendenti dalle misure di sicurezza adottate. Gli stati di allertamento e le misure di sicurezza sono decise a livello di coalizione internazionale in coordinamento con le varie nazioni partner. Al momento, il Quartier Generale della coalizione sta pianificando una parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad”.