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Conflitto Israelo-Palestinese

Attacco in Libano, l’analisi dell’Ispi: “Molto probabile la risposta di Hezbollah, c’è rischio escalation”

È stato inaspettato e particolarmente violento l’attacco informatico lanciato il 17 settembre in Libano, dove sono esplosi i cercapersone di migliaia di miliziani di Hezbollah. Oggi, mercoledì 18, c’è stato un nuovo attacco con l’esplosione di diversi walkie-talkie. Per capire cosa sta accadendo e quale potrebbe essere la risposta di Hezbollah, Fanpage.it ha intervistato il ricercatore ISPI Luigi Toninelli.
Intervista a Luigi Toninelli
Ricercatore ISPI dell'Osservatorio Medioriente e Nord Africa.
A cura di Eleonora Panseri
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Uno dei cercapersone esplosi durante l'attacco; miliziani di Hezbollah.
Uno dei cercapersone esplosi durante l'attacco; miliziani di Hezbollah.
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È stato inaspettato e particolarmente violento l'attacco informatico lanciato il 17 settembre in Libano, dove in diverse città sono esplosi i cercapersone di migliaia di miliziani di Hezbollah. Il bilancio attuale è di 12 morti e centinaia di feriti gravi.

Oggi, mercoledì 18 settembre, c'è stato un nuovo attacco, questa volta attraverso l'esplosione dei walkie-talkie. Al momento si contano tre vittime. Il sospetto è che dietro queste operazioni ci sia Israele che, tuttavia, non ha rivendicato l'attacco. Hezbollah ha annunciato "una vendetta sanguinosa e unica".

Per capire cosa sta accadendo e quale potrebbe essere la risposta di Hezbollah, Fanpage.it ha intervistato Luigi Toninelli, ricercatore ISPI dell'Osservatorio Medioriente e Nord Africa.

Luigi Toninelli, ricercatore ISPI dell'Osservatorio Medioriente e Nord Africa.
Luigi Toninelli, ricercatore ISPI dell'Osservatorio Medioriente e Nord Africa.

Cosa sappiamo sull'attacco avvenuto in Libano?

Ieri oltre 4mila miliziani di Hezbollah sono stati coinvolti nelle esplosioni. Non sappiamo con esattezza cosa sia accaduto, ma sappiamo che probabilmente la matrice è israeliana, anche se non conosciamo il modo in cui Israele si sia introdotto in questi dispositivi.

Le ipotesi al momento sono due. La prima è che abbiano utilizzato un software dannoso che ha fatto surriscaldare le batterie dei cercapersone. Ci sono testimoni che hanno raccontato di aver sentito i dispositivi diventare molto caldi e di averli gettati via. L'altra invece è che abbiano inserito piccole cariche esplosive all'interno dei cercapersone prima della consegna.

Perché Israele avrebbe deciso di agire in questo momento?

In queste ore si sono susseguite le indiscrezioni. Questa mattina, per esempio, è emerso che, secondo alcuni, i miliziani di Hezbollah avevano scoperto l'esistenza di questi apparecchi manomessi e per questo Israele ha scelto di agire in questo momento.

In base a questa ricostruzione, che non possiamo confermare, Israele avrebbe voluto utilizzare questa esplosione come "effetto sorpresa" in caso di una guerra diretta con Hezbollah. Ma il fatto di essere stati scoperti li avrebbe costretti a rivedere i piani e cercare di fare più danni possibili ai quadri dirigenti dell'organizzazione, anche se al momento non c'era una guerra in atto.

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Secondo altri, invece, Israele avrebbe agito in questo modo per evitare che Hezbollah mettesse in pratica un attacco nei suoi confronti. Altri ancora invece pensano che si tratti del preludio di un'azione israeliana che avverrà nelle prossime ore. Anche se al momento le continue tensioni non hanno portato a una vera e propria guerra.

Domani alle ore 17 (ora libanese, ndr) parlerà Hassan Nasrallah, il Segretario generale di Hezbollah, e si tratterà di un discorso estremamente importante. Forse il più importante, anche dal 7 ottobre, perché questo è probabilmente l'attacco più grave subito dall'organizzazione da anni a questa parte.

In più, noi ci stiamo concentrando sul Libano ma dobbiamo considerare che sembra che siano morti anche 19 pasdaran iraniani, i membri del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, in Siria. Se fosse confermata, si tratterebbe della più grave perdita subita dall'Iran da prima del 2011, dallo scoppio della guerra civile siriana.

Israele non ha rivendicato questo tipo di attacco, perché?

Israele, quando compie questo tipo di azioni, non le rivendica mai. Perché non ne ha bisogno, porta soltanto a casa i risultati che ne derivano. Non è come Hamas o Hezbollah che devono rivendicare gli attacchi per trarne forza e mostrare di aver colpito i sistemi di difesa o di intelligence degli avversari.

Anche se non abbiamo la conferma, possiamo dire con quasi certezza che si tratta di un'operazione israeliana e il messaggio che hanno voluto mandare è: "Possiamo rintracciarvi e colpirvi ovunque vogliamo, anche dall'interno delle vostre tasche".

Israele ha sempre avuto la capacità di colpire in maniera mirata, ha sempre avuto capacità di intelligence sopraffine. Non c'è da stupirsi, è uno dei pochi Stati che può permettersi di fare un'operazione di questo tipo. La vera sorpresa è quanto avvenuto il 7 ottobre e le falle che ci sono state, non tanto l'operazione di ieri, che resta comunque una cosa mai vista.

Gli Stati Uniti hanno detto di essere stati messi al corrente dell'attacco, cosa significa questo fatto?

Gli Stati Uniti cercano di non farsi coinvolgere e di mantenere un ruolo super partes. Anche lo scorso aprile, quando ci fu il primo botta e risposta tra Israele e l'Iran, gli Usa dissero subito che non erano a conoscenza dell'operazione israeliana a Damasco, che ne erano estranei. E pure in questo caso, capendo la natura durissima di questo attacco, vogliono tenersi alla larga.

Che impatto avrà l'attacco sulla credibilità di Israele?

La credibilità di Israele sicuramente verrà ancor più intaccata. Si tratta di un attacco molto scenografico ma vile, anche per questo Israele non lo rivendicherà. Ci sono video che mostrano persone che andavano a fare la spesa, sono stati uccisi anche bambini.

È vero che l'attacco andava a colpire dispositivi in possesso di persone di Hezbollah o affiliate, ma non era possibile sapere con esattezza chi ci poteva essere vicino ai cercapersone, infatti sono stati colpiti anche civili.

Ci saranno conseguenze? Di che tipo?

La risposta di Hezbollah probabilmente ci sarà e sarà assertiva. Questo tipo di operazione sicuramente avvicina il rischio di escalation regionale. In queste ore tutti si stanno chiedendo dove e come potrebbe colpire. Ci sono stati degli scambi di razzi ma sicuramente non è questa la risposta che Hezbollah darà.

Io torno al discorso che Nasrallah farà domani pomeriggio che sarà farcito di retorica, Ma in un momento così caldo qualcosa dirà, potrebbe anche rivelare quali saranno le prossime azioni di Hezbollah.

Il loro obiettivo fin qui è sempre stato quello di evitare un allargamento del conflitto e di farsi trascinare in azioni che potevano avere un impatto devastante sull'apparato militare, politico e sociale dell'organizzazione. Ora la risposta ci sarà, anche se è ancora presto per capire in che modalità.

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