Attacco hacker al ministero del Tesoro degli Stati Uniti: “Dietro c’è la Cina”
Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Reuters, un'organizzazione sponsorizzata dallo Stato cinese sarebbe dietro un attacco informatico al dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Nessun fascicolo classificato sarebbe comunque stato compromesso.
A riportare prima la notizia è l'Agence France-Presse citando una lettera del Congresso. L'attacco avrebbe consentito l'accesso ad alcune delle postazioni di lavoro del Dipartimento del Tesoro Usa.
Il dipartimento ha riferito di aver appreso del problema l'8 dicembre, quando BeyondTrust, un fornitore di software di terze parti, ha notificato che i cybercriminali avevano sottratto una chiave utilizzata dall'azienda. Questa chiave permetteva loro di aggirare il sistema di sicurezza e accedere da remoto a diverse postazioni di lavoro dei dipendenti. Gli hacker avrebbero però avuto accesso a documenti non classificati.
Un episodio che riaccende le tensioni tra i due Paesi alla vigilia dell'insediamento ufficiale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
L'episodio arriva a distanza di circa un mese dell'attacco della cybergang Salt Typhoon, affiliata allo Stato cinese, che ha intercettato i telefoni di diverse figure politiche statunitensi. “La peggiore violazione telematica nella storia della nostra nazione, di gran lunga”. Così era stato definito dal democratico Mark Warner, che presiede la commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti.
Nel mirino del gruppo cinese erano finiti il presidente eletto Donald Trump, il vicepresidente eletto JD Vance, persone coinvolte nella campagna dell’attuale vicepresidente e candidata presidenziale democratica Kamala Harris e di funzionari del dipartimento di Stato.
La Cina è uno dei paesi con le maggiori capacità di attacchi informatici al mondo, probabilmente superata solo dalla NSA statunitense.
