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Crisi nel Mar Rosso

Attacco alla nave italiana Duilio, l’ammiraglio Di Paola: “Houthi minaccia seria ai traffici marittimi”

L’ammiraglio Giampaolo Di Paola, già Capo di stato maggiore della difesa ed ex ministro della Difesa, commenta a Fanpage.it la notizia dello sventato attacco del drone Houthi diretto contro il cacciatorpediniere italiano Caio Duilio. “C’è una minaccia oggettiva e seria alle vie di comunicazione internazionali e ai traffici marittimi. – spiega Di Paola – Bisogna fornire sufficienti garanzie di sicurezza al traffico occidentale”.
Intervista a Giampaolo Di Paola
Ammiraglio della Marina militare italiana, già Capo di stato maggiore della difesa ed ex Ministro della difesa.
A cura di Eleonora Panseri
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"C’è una minaccia oggettiva e seria alle vie di comunicazione internazionali e ai traffici marittimi che vengono dall’Oceano indiano e passano per il Mar Rosso, che sono fondamentali nella nostra economia globalizzata e, certamente, anche per l’Italia. Da questi traffico dipende il nostro benessere. Nel caso specifico della nave Duilio, la risposta all’attacco del drone degli Houthi è stata una misura di autodifesa, in quanto questo non era rivolto verso una nave commerciale in transito ma, come anche detto dallo stesso comandante, verso la stessa ed era chiaramente percepita come una minaccia alla sicurezza della nave stessa".

Così l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, già Capo di stato maggiore della difesa ed ex ministro della Difesa, commenta a Fanpage.it la notizia dello sventato attacco del drone Houthi diretto contro il cacciatorpediniere italiano Caio Duilio. 

Ammiraglio Gianpaolo Di Paola
Ammiraglio Gianpaolo Di Paola

"Non è accettabile che ci sia una minaccia alla sicurezza della navigazione nelle acque internazionali. Il diritto di usare liberamente e in sicurezza le rotte nelle acque internazionali è sancito dalle Nazioni Unite con la Convenzione di Montego Bay. Ed è chiaro che le azioni offensive degli Houthi non sono giustificabili", dice ancora Di Paola, che aggiunge: "Di conseguenza, è doverosa un’azione da parte dei Paesi che sono interessati a ripristinare la sicurezza della navigazione e a intervenire per difendere il traffico internazionale".

Navi militari europee e statunitensi sono state inviate nel Mar Rosso per difendere quelle commerciali dagli attacchi del gruppo di ribelli yemeniti che, dallo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele, sostenuto dall'Iran, ha reso complesso il transito dei mercantili nella zona.

"L’importanza delle missioni è innegabile, anche se solo il tempo ci dirà se si rivelerà efficace o meno. Il punto è però proprio quello di fornire sufficienti garanzie di sicurezza al traffico occidentale. Sappiamo che ora molti operatori hanno deciso di abbandonare la via del Mar Rosso e circumnavigare l’Africa, perché non si sentono più sicuri. E ciò comporta un aumento notevole dei costi della navigazione. – osserva ancora l'ammiraglio – Il danno già c’è perché le navi che ancora passano attraverso quella via pagano noli e assicurazioni maggiori per il rischio di attraversare la zona. Quindi, prima riusciremo ad assicurare la sicurezza, prima riprenderà il traffico ordinario, prima diminuiranno tutti questi fattori di crisi".

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