Attacco a sedi diplomatiche di Berlino e Barcellona: “Liberate Cospito”. Si segue pista anarchica
In poche ore sono stati registrati atti vandalici e incendi nei pressi della sede diplomatica di Barcellona e quella di Berlino. In particolare è stata incendiata l'auto di un funzionario nella capitale tedesca e danneggiata la vetrata del palazzo sede del Consolato Generale a Barcellona. Sulla finestra sono stati lasciati messaggi di solidarietà a nome di Alfredo Cospito.
Secondo quanto ricostruito, ignoti hanno sfondato la porta a vetri del palazzo di Barcellona, imbrattandola con della vernice rossa. Danneggiato anche un murale dello scultore Josep Maria Subirachs con le scritte in catalano "Estat Italia assasin" e "Llibertat Cospito". La Procura di Roma ritiene che gli episodi siano riconducibili alla galassia anarchica, la stessa che nei mesi scorsi aveva rivendicato l'azione contro Susanna Schlein, numero due dell'ambasciata italiana ad Atene.
Gli atti vandalici sarebbero a sostegno di Alfredo Cospito, anarchico 55enne detenuto in regime di 41 bis che sta facendo lo sciopero della fame. L'uomo è stato accusato di aver gambizzato nel 2012 l'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. L'atto è stato rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito è stato anche accusato di aver piazzato due ordigni esplosivi nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006.
Nei giorni scorsi, come spiega la Farnesina al Fatto Quotidiano, gli addetti alla sicurezza dell'ambasciata di Berlino e Barcellona avevano chiesto l'innalzamento delle misure di sicurezza. Sugli atti vandalici in Spagna indagano i Mossos de Esquadra, il corpo di polizia regionale della Catalogna. Le forze dell'ordine avrebbero già identificato 5 persone grazie alle telecamere di sicurezza dell'edificio. La Procura di Roma resta in attesa delle informative di Digos e Ros per inviare i fascicoli di indagine all'attenzione dei magistrati dell'antiterrorismo.