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Attacco a Londra, l’aggressore è un 20enne estremista: era uscito dal carcere una settimana fa

Sudesh Amman, 20enne estremista islamico, è stato identificato come l’aggressore dell’attacco compiuto domenica 2 febbraio nella zona di Streatham, a Londra. Il ragazzo era stato arrestato nel 2018 proprio per reati legati al terrorismo, ma la scorsa settimana era uscito dal carcere dopo aver scontato metà della condanna. Boris Johnson: “Misure anti-terroristiche più pesanti”.
A cura di Ida Artiaco
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Si chiama Sudesh Amman e ha 20 anni l'aggressore che ieri, domenica 2 febbraio, ha accoltellato tre persone, di cui una versa in gravi condizioni, a Streatham, quartiere a Sud di Londra, prima di essere neutralizzato a colpi di arma da fuoco dalla polizia metropolitana. Il giovane, stando a quanto riporta la BBC, era uscito solo la scorsa settimana dal carcere, dove aveva scontato metà della sua condanna a tre anni per reati legati al terrorismo. Tuttavia, riferiscono gli agenti, anche se continuano le indagini a ritmo serrato, "non sono ancora stati effettuati arresti relativi all'attacco. Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha dichiarato che il governo annuncerà ulteriori piani per "cambiamenti fondamentali nel sistema per far fronte alle persone condannate per reati di terrorismo e rafforzare così la sua risposta a questo problema, comprese pene detentive più pesanti e maggiori compensi agli agenti impegnati nelle operazioni di anti-terrorismo". L'Isis, intanto, ha rivendicato l'attacco: "Sudesh è un nostro soldato", così come dichiarato dal Califfato in una nota pubblicata da Amaq.

Amman era stato arrestato dalla polizia a maggio del 2018. Era finito sotto indagine dopo che gli investigatori erano stati allertati da un blogger olandese in merito a materiale estremista che viaggiava su una chat di Telegram e in vari gruppi WhatsApp e durante il processo era stato riferito che aveva espresso l'intenzione di compiere un attacco terroristico. All'epoca viveva nel quartiere di Harrow e studiava scienze e matematica al college. Per di più nella sua casa di famiglia a Londra stati ritrovati un coltello da combattimento, un fucile ad aria compressa e una bandiera nera. "Lo Stato islamico è qui per restarci", aveva scritto in più di un messaggio ai suoi fratelli più giovani, sottolineando anche di preferire, nel caso di un attentato, l'attacco con coltello piuttosto che le bombe. Al momento del suo rilascio, molti erano i dubbi circa il pericolo che avrebbe potuto rappresentare una volta libero, ma non vi erano meccanismi legali per poterlo ancora trattenere.

Così nel pomeriggio di domenica, le 15 ore italiana, stando a quanto hanno riferito alcuni testimoni, il 20enne con un machete, due contenitori metallici visibili all'altezza del petto e un falso giubbotto esplosivo, si è diretto all'interno di un negozio, aggredendo varie persone e ferendone almeno tre prima di essere abbattuto dal fuoco di agenti in borghese. Il ragazzo era "sotto sorveglianza attiva" della polizia, al momento dell'attacco. Non è chiaro se l'uomo abbia improvvisato l'aggressione quando ha capito che stava per essere fermato o se gli agenti siano entrati in azione dopo il repentino accoltellamento da parte dell'uomo di due avventori all'interno di una farmacia e di almeno una terza persona fuori, fra cui una donna, ma Scotland Yard l'ha quasi subito identificato come un fatto di matrice terroristica. Anche se non ci sono state vittime, ad eccezione dell'attentatore, tanto è bastato per far ripiombare Londra e la Gran Bretagna nell'incubo terrorismo, dopo l'ultimo episodio del novembre scorso, quando sul London Bridge due persone furono uccise a coltellate e altre tre ferite da un uomo, Usman Khan, poi neutralizzato dalla polizia.

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