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Scontro USA - Iran

Attacchi ai siti culturali in Iran, Trump ci ripensa: “Rispetteremo la legge”

Il presidente Usa Donald Trump fa marcia indietro e corregge il tiro sull’attacco ai 52 siti culturali dell’Iran, annunciando alla Casa Bianca di voler “rispettare la legge”. Inoltre ha fatto sapere che gli Usa considereranno l’ipotesi sanzioni all’Iraq solo se non saranno trattati con rispetto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente Usa ci ripensa e corregge il tiro sull'attacco ai 52 siti culturali dell'IranDonald Trump annuncia alla Casa Bianca di voler "rispettare la legge", facendo dunque marcia indietro, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Gli Usa sarebbero comunque pronti per ogni potenziale rappresaglia iraniana e risponderanno a loro volta, ha spiegato il presidente americano ricevendo il premier greco. Domenica 5 gennaio Il Tycoon aveva annunciato di voler colpire 52 siti iraniani nel caso in cui Teheran avesse deciso di rispondere all'attacco americano che ha causato l'uccisione del generale Qassem Suleimani, morto a Baghdad, in Iraq, dopo un raid. Secondo quanto sostiene Trump il generale iraniano stava preparando un "grande attacco".

Nemmeno il capo del Pentagono Mark Esper aveva nascosto le sue perplessità, contraddicendo il presidente Donald Trump, e cercando di rassicurare la comunità internazionale sulla possibilità che Washington, in un conflitto contro l'Iran potesse colpire anche dei siti culturali, distruggendoli. "Seguiremo le regole dei conflitti armati", ha assicurato Esper in un incontro con la stampa al Pentagono, rispondendo a una domanda sulla questione. "Questo significa che non colpirete siti culturali?" aveva chiesto ancora il giornalista. "Sono le regole dei conflitti armati" ha risposto Esper.

Trump aveva prima annunciato i suoi piani su Twitter, ribadendo poi la possibilità di colpire luoghi culturali iraniani: "L'Iran può uccidere la nostra gente e noi non possiamo toccare i loro luoghi culturali? Non funziona così". Trump aveva anche parlato di risposta "sproporzionata" in caso di attacco iraniano. Ma colpire i luoghi di rilevanza culturale è un crimine di guerra, secondo il Primo protocollo aggiuntivo delle Convenzioni di Ginevra, mai ratificato da Stati Uniti e Iran; entrambi i Paesi hanno invece sottoscritto la Convenzione dell'Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato; inoltre, anche una risoluzione delle Nazioni Unite definisce "crimini di guerra" gli attacchi contro siti culturali.

Il numero 52 non è casuale: evoca infatti i 52 ostaggi americani durante l'assalto all'ambasciata americana nel pieno della Rivoluzione Islamica del 1979. A queste minacce aveva risposto ieri sera anche il presidente iraniano Hassan Rohani: "Coloro che si riferiscono al numero 52 dovrebbero anche ricordare il numero 290. Mai minacciare la Nazione iraniana", riferendosi in questo caso alle 290 vittime provocate da un missile statunitense che nel 1988 ha abbattuto il volo IranAir 655.

Capo del pentagono ringrazia l'Italia

Il numero uno del Pentagono Mark Esper ringrazia su Twitter il ministro della Difesa Lorenzo Guerini per la permanenza delle truppe italiane in Iraq. "Sono grato per il sostegno della coalizione anti-Isis in Iraq e ho fatto diverse telefonate ad alleati e partner questa settimana. La decisione dell'Italia di mantenere le forze a Baghdad – sottolinea Esper – è importante. Dimostra la risolutezza e l'impegno italiani per la stabilità dell'Iraq".

Trump riconsidera l'ipotesi sanzioni all'Iraq

Trump ha fatto sapere che gli Usa considereranno l'ipotesi sanzioni all'Iraq solo se non saranno trattati con rispetto. Ma ha comunque ribadito che nel caso gli Usa fossero costretti ad abbandonare l'Iraq vorrebbero essere rimborsati per le ingenti spese sostenute in quel Paese. Secondo il Tycoon un ritiro delle truppe americane sarebbe comunque "la cosa peggiore" per l'Iraq e lascerebbe all'Iran una influenza molto più grande.

Telefonata Merkel-Trump

La cancelliera Angela Merkel e il presidente degli Usa Donald Trump hanno avuto un colloquio telefonico in serata, sulla situazione tesa che riguarda Iran e Iraq. Lo ha reso noto il portavoce Steffen seibert in un comunicato. I due leader hanno avuto inoltre "uno scambio anche sulla situazione attuale della Libia e sugli sforzi politici per una soluzione del conflitto in questo Paese. Merkel e Trump hanno concordato di restare in contatto".

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