Assalto russo all’acciaieria Azovstal, battaglia sanguinosa nella notte: “Difenderla è nostra priorità”
Pensanti e sanguinosi combattimenti si sono verificati questa notte tra russi e ucraini presso l'acciaieria Azovstal a Mariupol, l'ultima roccaforte della difesa in Kiev nella città portuale a Sud del Paese, quasi completamente distrutta dopo settimane di bombardamenti e ormai cuore della guerra in corso. È quanto hanno fatto sapere gli uomini del controverso Battaglione Azov che nell'impianto continuano a nascondersi insieme a centinaia di civili. In un videomessaggio pubblicato su Telegram ieri sera, il comandante del Reggimento, Denis Prokopenko, ha elogiato gli "sforzi sovrumani" dei suoi soldati per respingere l'assalto russo, aggiungendo che la situazione è "estremamente difficile". Il messaggio è arrivato dopo che un funzionario ucraino aveva affermato che le forze di Mosca erano entrate nel territorio della centrale.
Ed anche questa mattina l'attacco ad Azovstal è continuato, come hanno confermato i funzionari in un recente rapporto pubblicato dallo stato maggiore delle forze armate ucraine. L'acciaieria è diventata la "priorità numero uno" per la leadership politica e militare dell'Ucraina, ha detto un consigliere del Ministro della difesa di Kiev, Yuriy Sak, ad una trasmissione radiofonica della BBC, spiegando che tutti gli sforzi sono concentrati sulla difesa del complesso industriale e per fare altre evacuazioni.
Intanto, Mosca sempre ieri sera ha annunciato che tra oggi e sabato ricominceranno i corridoi per permettere l'uscita dei civili rifugiati nei sotterranei dell’acciaieria. La Russia ha detto che per tre giorni, tra le 8 di mattina e le 18, ci sarà un cessate il fuoco per permettere le operazioni di soccorso di donne, bambini e lavoratori dell’acciaieria che si trovano ancora lì, non è ancora chiaro in quale numero ma si parla di circa 200 persone come riporta la BBC. Se verranno effettivamente completate e rispettate, visto quanto successo nelle scorse settimane, saranno le prime evacuazioni da quella di domenica scorsa, a cui non ne erano seguite di nuove a causa della ripresa dei bombardamenti russi. Ma oltre alle persone che si trovano nei sotterranei dell’acciaieria, a Mariupol si stima che ci siano ancora migliaia di persone e a differenza di quanto successo per i civili che sono rifugiati nello stabilimento, nei giorni scorsi le evacuazioni di quest'ultimi sono proseguite con il coordinamento di Nazioni Unite e Croce Rossa: nell’ultima operazione di soccorso, effettuata mercoledì, sono state portate via dalla città 344 persone.